Il fermo amministrativo auto è una misura cautelare con cui, dopo cartelle o avvisi non pagati, l’agente della riscossione iscrive un vincolo sul veicolo nel Pra. Da quel momento l’auto non può circolare, non può essere radiata per demolizione o esportazione e – anche se venduta dopo l’iscrizione – resta comunque inutilizzabile fino alla rimozione del vincolo.
La normativa vigente consente il fermo ovvero le cosiddette ganasce fiscali trascorsi i termini legali e prevede il rinvio al Codice della Strada per le sanzioni in caso di circolazione abusiva. Dopodiché la cancellazione avviene d’ufficio quando il debito viene saldato e le limitazioni operano finché il fermo resta annotato nei registri.
Pagare, rateizzare o contestare il fermo amministrativo?
Prima dell’iscrizione del vincolo il contribuente riceve un preavviso di fermo. In pratica viene assegnato il termine di 30 giorni per mettersi in regola, chiedere un piano di rateizzazione oppure far valere le tutele previste dalla legge. Se allo scadere del termine la situazione è rimasta immobile, l’agente può iscrivere il fermo al Pra. In quei 30 giorni si decide tutto perché una richiesta tempestiva di dilazione o una sospensione amministrativa può bloccare l’iscrizione o impedirne gli effetti.
Per la conferma dell’esistenza del vincolo basta una visura Pra. Tramite Visurenet, ad esempio, un servizio che – come indicato dall’Aci – ha un costo di 6 euro. Se serve un tracciato completo delle vicende giuridiche del veicolo (passaggi di proprietà, ipoteche, fermi e altri gravami) si richiede l’estratto cronologico, disponibile anche online via Crononet o tramite app Aci Space. Entrambi i documenti hanno valore informativo determinante per capire data, natura e origine del fermo e per impostare correttamente la strategia successiva.
Il saldo integrale del debito e la revoca d’ufficio
Quando il fermo amministrativo auto è legittimo e sostenibile, la via maestra resta il pagamento integrale di quanto iscritto a ruolo: una volta saldato, la cancellazione del fermo viene disposta d’ufficio dall’agente della riscossione e trasmessa telematicamente al Pra, senza che il proprietario sia chiamato a presentare ulteriori istanze.
Ci sono però due periodi da tenere bene a mente: per i provvedimenti di revoca emessi dal primo gennaio 2020 in poi, la cancellazione avviene automaticamente; per le revoche anteriori a questa data serve una richiesta al Pra (modello NP-3C) con imposta di bollo di 32 euro, e l’ufficio invia per mail l’attestazione dell’avvenuta annotazione. Per quanto riguarda i tempi, servono in media 2-4 giorni lavorativi per la lavorazione della pratica di revoca su provvedimenti antecedenti al 2020.
La strada della rateizzazione
Se il debito non è affrontabile in un’unica soluzione, la rateizzazione consente di rimettere il veicolo su strada senza attendere anni. Una volta concesso il piano e pagata la prima rata, l’Agenzia delle Entrate sospende il fermo già disposto e, per i debiti inclusi nella dilazione, non può avviare nuove procedure cautelari come fermi o ipoteche.
Sospensione significa che il proprietario non può circolare con la sua auto mentre la cancellazione definitiva del vincolo al Pra scatterà solo a seguito del saldo integrale del piano. In caso di decadenza dal piano per mancato pagamento delle rate, le azioni sospese possono riprendere e la protezione svanisce.
Ci sono però finestre in cui il fermo non nasce o va cancellato perché incompatibile con tutele prioritarie. Se il bene è strumentale all’attività d’impresa o professionale, entro 30 giorni dalla notifica del preavviso si può chiedere l’annullamento presentando all’agente prova della strumentalità. La stessa logica vale per i veicoli adibiti o destinati a uso di persone con disabilità, per i quali è previsto il Modello F3 per chiedere l’annullamento del preavviso o la cancellazione del fermo già iscritto.
Leasing e noleggio a lungo termine, chi può subire il fermo
Nei contratti di leasing e noleggio a lungo termine, la proprietà del veicolo è del concedente o della società di noleggio. Un fermo fiscale riferito al debitore-utilizzatore non colpisce in via ordinaria il bene altrui mentre raggiunge i mezzi se debitori sono i proprietari. Da qui l’importanza della lettura di chi è obbligato nel ruolo e come è strutturato il contratto per capire se una rateizzazione dell’utilizzatore produca effetti sulla posizione del veicolo.
Cosa non fare con un’auto in fermo
Finché il fermo amministrativo è in essere, il veicolo non può essere demolito, esportato e non può circolare. In caso di circolazione abusiva, l’ordinamento richiama le sanzioni del Codice della Strada, ma nel 2024 è intervenuta la Corte Costituzionale precisando che l’automatismo di alcune sanzioni accessorie (in particolare la revoca della patente) è illegittimo: oggi il giudice valuta caso per caso, nel rispetto del principio di proporzionalità.
Resta in ogni caso una violazione che espone a sanzione e misure sul veicolo e di conseguenza la strada più rapida è seguire la procedura operativa. Il percorso lineare parte dall’analisi: con una visura o un estratto cronologico sono identificati data, ente creditore e natura del fermo.
Se l’automobilista è nei 30 giorni dal preavviso e il veicolo è strumentale o rientra nelle tutele per disabilità, il suggerimento è di presentare subito l’istanza di annullamento. Se il debito è certo, la scelta è appunto tra saldo (per la revoca d’ufficio) o rateizzazione (per ottenere la sospensione dopo la prima rata).
Nelle pratiche ante 2020 con provvedimento di revoca già in mano, inviare al Pre la nota NP-3C con bollo 32 euro e attendere la mail di esito. N ei casi post 2020 la cancellazione viaggia in automatico dai sistemi dell’agente. Controllare l’aggiornamento con una nuova visura è la via più semplice per certificare l’uscita dal vincolo.
Tempi e voci di costo da mettere a budget
Sul fronte tempi di sblocco delle ganasce fiscali applicate al veicolo, oltre al preavviso di 30 giorni, la lavorazione delle pratiche di revoca con provvedimenti antecedenti al 2020 richiede in media 2-4 giorni lavorativi, mentre la trasmissione telematica delle revoche post 2020 e delle sospensioni dopo la prima rata avviene in genere con rapidità tecnica, salvo i fisiologici allineamenti tra sistemi e archivi.
Sul fronte costi, la cancellazione d’ufficio non comporta oneri al Pra; per le pratiche su provvedimenti ante 2020 è dovuta l’imposta di bollo da 32 euro sulla nota NP-3C; per la verifica del vincolo, la visura online Visurenet costa 6 euro.