Provare a superare l’esame teorico della patente barando non è certo una novità, ma questa volta il tentativo è finito male. Un uomo ha provato a imbrogliare durante la prova utilizzando un auricolare nascosto, ma il comportamento sospetto è stato notato da un altro candidato. Da lì sono scattati i controlli, e la situazione è rapidamente degenerata in una denuncia formale.
La tentata truffa
La scena si è svolta a Monza in un’aula della Motorizzazione, dove era in corso la sessione per l’esame teorico della patente B. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, il candidato avrebbe nascosto un piccolo auricolare nell’orecchio, collegato a un telefono a sua volta occultato sotto la felpa. Attraverso questo sistema sperava di ricevere dall’esterno le risposte ai quiz ministeriali, eludendo così il test.
Il piano però ha avuto vita breve. Un altro candidato, seduto poco distante, ha notato qualcosa di strano: il ragazzo si toccava ripetutamente l’orecchio e sembrava reagire a istruzioni non provenienti dal tablet dell’esame. Così ha deciso di avvisare uno dei sorveglianti presenti, che è intervenuto immediatamente. Una volta portato fuori dall’aula, il candidato ha tentato di giustificarsi parlando di un fastidio all’orecchio, ma il controllo ha rivelato l’auricolare perfettamente funzionante. Poco dopo, gli agenti hanno rinvenuto anche il telefono nascosto, ancora attivo e connesso. A quel punto non c’erano più dubbi: era un tentativo di truffa a tutti gli effetti.
Non un caso isolato
E se il caso può strappare un sorriso amaro, la verità è che episodi come questo sono tutt’altro che rari. Solo poche settimane fa un episodio praticamente identico era avvenuto sempre a Monza: anche lì un candidato aveva tentato di superare l’esame con un sistema di comunicazione nascosto, finendo denunciato. E ancora prima, a gennaio, un caso simile era stato registrato a Trento, con tanto di microcamera nascosta sotto gli indumenti e un complice collegato in diretta.
Negli ultimi anni, complice la tecnologia sempre più miniaturizzata, i tentativi di frode durante l’esame della patente sono aumentati. Auricolari invisibili, microcamere infilate tra i vestiti, perfino trasmettitori nascosti nelle scarpe: chi tenta di imbrogliare non manca certo di fantasia. Ma allo stesso tempo, la Motorizzazione e le forze dell’ordine hanno rafforzato i controlli, e che si venga scoperti è sempre più probabile. E oltre al danno morale, c’è quello pratico: un imbroglio del genere non porta solo all’esclusione dall’esame, ma può trasformarsi in un guaio legale serio.
Conseguenze gravi
Molti non lo sanno, ma tentare di superare l’esame della patente con dispositivi nascosti non porta a una semplice tirata d’orecchie. Giuridicamente si tratta di un vero e proprio reato. In casi come questo, si contestano:
- falsità materiale e ideologica commessa da privato in atto pubblico;
- uso di artifici per conseguire un atto pubblico, come appunto la patente.
Significa che la persona rischia una denuncia penale, con conseguenze che possono includere una multa salata e persino la reclusione. E ovviamente l’esame viene annullato, con l’impossibilità di ripresentarsi per un certo periodo. Il paradosso è che tutto questo è avvenuto per un test che, con un po’ di studio, è assolutamente alla portata di quasi chiunque. Tentare la scorciatoia non solo è inutile, ma espone a rischi enormi.