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Adesso i monopattini elettrici devono avere una targa o no

Introdotti come mezzi alternativi per brevi spostamenti, i monopattini elettrici si sono diffusi tra le abitudini quotidiane di studenti, lavoratori e turisti. La loro agilità nel traffico, il costo contenuto e l’impatto ambientale nullo li hanno resi popolari tra chi cerca soluzioni agili e sostenibili.

Questa esplosione di popolarità ha portato anche a una serie di criticità, soprattutto in termini di sicurezza, regolamentazione e convivenza con gli altri utenti della strada. Il legislatore ha iniziato a introdurre nuove norme per disciplinare l’uso dei monopattini e renderlo più responsabile e sicuro per tutti.

La domanda chiave: serve la targa per i monopattini elettrici?

Tra i dubbi più ricorrenti in seguito alle modifiche legislative c’è quello relativo alla necessità di dotare i monopattini elettrici di una targa identificativa. A oggi la risposta è negativa: non esiste ancora un obbligo effettivo di targa, ma la situazione è in evoluzione.

Il legislatore ha già previsto una forma di identificazione obbligatoria che però non corrisponde alla classica targa metallica a cui siamo abituati per auto e moto. Il percorso normativo è tracciato, ma ancora incompleto. Di conseguenza è utile fare chiarezza su cosa è già in vigore e cosa deve ancora entrare effettivamente in funzione.

Il nuovo contrassegno previsto dalla legge

Con l’aggiornamento del Codice della Strada è stato introdotto l’obbligo per tutti i monopattini elettrici di essere dotati di un contrassegno identificativo adesivo. Questo adesivo sarà plastificato, resistente, non rimovibile e dovrà essere applicato in modo visibile sul corpo del veicolo. Il contrassegno conterrà un codice alfanumerico univoco, legato al mezzo e registrato in una banca dati gestita da un ente designato.

Lo scopo è di permettere alle forze dell’ordine di identificare immediatamente ogni monopattino in caso di controlli, infrazioni o incidenti. A differenza della targa tradizionale, questo sistema non richiede un processo di immatricolazione complesso e non comporta l’intervento diretto della Motorizzazione civile. La scelta dell’adesivo riflette la volontà di adottare un approccio leggero ma efficace, in grado di adattarsi alla natura flessibile del mezzo.

Entrano quindi in gioco l’adozione di strumenti digitali, la formazione degli operatori e l’integrazione delle banche dati nazionali.

L’attesa dei decreti attuativi

Nonostante la norma sia formalmente in vigore, l’obbligo del contrassegno non è ancora operativo, poiché il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deve emanare i decreti attuativi che ne definiscano contenuti, tempi e modalità applicative. Si tratta di un passaggio senza il quale non è possibile rendere concreta la disposizione.

I decreti dovranno ad esempio chiarire come ottenere il contrassegno, attraverso quali canali (online o presso sportelli autorizzati), quali dati saranno necessari per la registrazione del veicolo e quale sarà il costo per i cittadini. Fino alla pubblicazione di questi testi regolamentari, nessun utente è obbligato a dotare il proprio monopattino di identificativo.

Con l’entrata in vigore del nuovo obbligo, emergerà il problema dei monopattini non conformi già in circolazione. Si porrà il dilemma di cosa fare con i veicoli che non possono essere adattati alle nuove regole per motivi tecnici o di sicurezza. Alcune proposte ipotizzano la concessione di un periodo di transizione o la possibilità di rottamazione incentivata, utile per rinnovare il parco mezzi e migliorare gli standard complessivi.

Le nuove regole sui monopattini vanno lette come parte di una strategia per rendere le città più sicure e inclusive. L’incremento della micromobilità sarà verosimilmente accompagnato da investimenti in piste ciclabili, segnaletica, illuminazione e zone 30.

Assicurazione obbligatoria, vincolo legato alla targa

Accanto al tema dell’identificativo, la riforma ha previsto anche l’introduzione di un obbligo assicurativo per i monopattini elettrici, simile a quello già vigente per gli altri veicoli a motore. La copertura riguarderà la responsabilità civile verso terzi in caso di danni o lesioni provocate a persone o cose.

Anche questo obbligo normativa già definito è sospeso fino alla piena attivazione del sistema di identificazione. La polizza sarà associata al veicolo, non al conducente. In pratica ogni monopattino dovrà essere assicurato singolarmente, a prescindere da chi lo utilizzi.

Oggi uno dei problemi principali è l’anonimato dei monopattini: in caso di infrazione o incidente, è spesso impossibile risalire al responsabile. Con il nuovo sistema, ogni mezzo avrà un’identità precisa, visibile e registrata e consentirà interventi più rapidi da parte delle autorità.

Si apre un mercato nuovo per le polizze, che richiederà formule flessibili, prezzi accessibili e modalità digitali di sottoscrizione. Le compagnie assicurativa saranno chiamate ad affrontare il tema del rischio, valutando correttamente i parametri di sicurezza legati all’uso urbano del mezzo.

Cosa cambia per i monopattini in sharing

Anche i veicoli gestiti dalle aziende di mobilità condivisa saranno coinvolti dalle nuove disposizioni. Le flotte di monopattini in sharing, già soggette a regolamentazioni comunali, dovranno adattarsi al nuovo sistema di identificazione e assicurazione. Ogni mezzo dovrà essere dotato di contrassegno, e la copertura assicurativa dovrà essere attiva e documentabile. Le società dovranno aggiornare i propri sistemi di gestione per integrare i nuovi obblighi e garantire ai propri utenti un servizio conforme alle leggi.

L’introduzione del contrassegno è anche un’opportunità per integrare i monopattini nei sistemi di smart mobility, tramite tecnologie come QR code, chip NFC e app dedicate. I produttori dovranno adeguare i propri modelli per permettere l’applicazione del codice identificativo e facilitare la registrazione dei mezzi.

Norme oggi in vigore per tutti gli utenti

In attesa dell’entrata in vigore delle nuove misure, restano in ogni caso validi gli obblighi già previsti per i monopattini elettrici. Ogni veicolo deve essere dotato di freni funzionanti su entrambe le ruote, luci anteriori e posteriori visibili nelle ore serali, catadiottri laterali, indicatori di direzione e frenata.

È vietato circolare sui marciapiedi, così come in contromano, e i limiti di velocità massima sono fissati a 20 km/h sulle strade urbane e a 6 km/h nelle aree pedonali. Il rispetto di queste regole è fondamentale per garantire la sicurezza e per evitare sanzioni, che possono variare da 100 a 400 euro a seconda dell’infrazione.

A livello europeo, diversi Paesi si stanno muovendo nella stessa direzione per una armonizzazione normativa. In Francia il contrassegno è già obbligatorio per i mezzi in sharing, mentre in Germania si richiede una targa assicurativa.

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