Tra le questioni aperte da parte di chi sceglie un’auto elettrica c’è la possibilità di installare una wallbox nel garage condominiale ovvero un box o un posto auto condiviso in un punto di ricarica personale. Il tema incrocia diritto individuale, normativa condominiale, incentivi fiscali e requisiti tecnici. L’aumento delle immatricolazioni di veicoli elettrici ha trasformato la ricarica domestica in un’esigenza. In particolare nelle grandi città, dove i garage privati sono un privilegio la possibilità di installare una wallbox in un box condominiale diventa così una soluzione sostenibile e accessibile per alimentare il proprio veicolo ogni giorno.
Cosa dice il Codice Civile sulla ricarica elettrica privata
Il Codice Civile, all’articolo 1122-bis, ha previsto una forma di tutela per realizzare impianti finalizzati alla mobilità sostenibile. Secondo la legge, ogni condomino ha diritto a installare una colonnina o una wallbox all’interno del proprio spazio, anche in aree comuni, purché non comporti un danno alla struttura e sia garantita la comunicazione preventiva all’amministratore. Non serve alcuna autorizzazione formale da parte dell’assemblea condominiale per procedere, ma solo una segnalazione scritta almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori con l’indicazione dei dettagli tecnici e delle modalità di esecuzione. L’amministratore ha il compito di prendere atto, non di bloccare, salvo motivazioni tecniche o legali fondate.
Se l’intervento riguarda le parti comuni del condominio
Quando invece si rende necessario intervenire su parti comuni, come nel caso di un garage in comproprietà tra più condomini, la situazione cambia. In questi casi la legge prevede che l’installazione della wallbox debba essere sottoposta al voto dell’assemblea, con l’obbligo di raggiungere una maggioranza semplice per approvarne la realizzazione. Anche in questo scenario, il singolo condomino può procedere a proprie spese, purché l’intervento non limiti l’utilizzo altrui degli spazi comuni, secondo quanto stabilito dall’articolo 1102 del Codice Civile. Il principio è quello del rispetto reciproco: innovazione sì, ma senza prevaricare i diritti degli altri.
Disponibilità di potenza elettrica e adeguamenti impiantistici
Un nodo da considerare è la disponibilità di potenza elettrica. Molti edifici, soprattutto quelli più datati, dispongono di impianti dimensionati per consumi residenziali standard, che non prevedono l’uso simultaneo di apparecchiature ad alto assorbimento come una wallbox. In questi casi occorre un adeguamento dell’impianto, con installazione di contatori dedicati, linee separate e quadri certificati. L’intervento va affidato a un elettricista abilitato, che dovrà produrre una dichiarazione di conformità secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 37 del 2008. La sicurezza dell’impianto non è solo una formalità normativa, ma una tutela reale contro il rischio di cortocircuiti, sovraccarichi o incendi.
Differenze tra wallbox monofase e trifase
Uno degli interrogativi più comuni riguarda la tipologia di wallbox da installare: la versione monofase, più diffusa nei contesti domestici, consente una potenza massima di 7,4 kW, sufficiente per ricaricare un’auto in 6-8 ore. La versione trifase arriva fino a 22 kW e garantisce tempi più rapidi, ma richiede un impianto elettrico già predisposto o da adeguare. In condominio, la scelta dipende dalla potenza disponibile e dalla compatibilità con l’infrastruttura dell’edificio.
Normativa antincendio e requisiti di sicurezza nei garage
Proprio sul fronte della sicurezza, nei garage con superficie superiore a 300 metri quadrati scattano obblighi aggiuntivi: occorre predisporre un pulsante di sgancio d’emergenza, visibile e accessibile, in grado di interrompere immediatamente l’alimentazione in caso di guasto. Devono quindi essere installati estintori adatti alla presenza di componenti elettrici, con apposita cartellonistica di sicurezza e in alcuni casi l’obbligo di depositare un progetto al Comando dei Vigili del fuoco, secondo le indicazioni della circolare 2 del 2018.
Contributi pubblici e bonus
Sul piano economico, l’installazione di una wallbox beneficia di incentivi pubblici sia a livello statale sia locale. Il più noto è il cosiddetto Bonus colonnine, attivo anche per il 2025, che permette ai privati di ottenere un contributo pari all’80% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 1.500 euro per unità immobiliare. Se l’intervento avviene su una parte comune del condominio, il tetto sale a 8.000 euro. I fondi sono gestiti da Invitalia, con modalità digitali e scadenze periodiche. In aggiunta, per chi abbina l’installazione a interventi più ampi di efficienza energetica, può essere ancora attivo il Superbonus 65%, soprattutto in caso di lavori trainanti o coibentazioni.
Contabilizzazione dei consumi e prevenzione dei contenziosi
Non va trascurato l’aspetto della ripartizione dei costi e della gestione dei consumi. Laddove la wallbox sia allacciata a una linea comune è utile prevedere un sistema di contabilizzazione individuale, tramite contatore o software di monitoraggio integrato. In assenza di questo accorgimento, si rischia che l’energia venga contabilizzata in modo improprio. La soluzione ottimale è predisporre una linea diretta dall’abitazione al box, oppure installare una wallbox con contatore dedicato e lettura automatica in grado di separare i consumi di ciascun utilizzatore.
Impatto immobiliare e valore aggiunto dell’autorimessa elettrica
Dal punto di vista immobiliare la presenza di una colonnina privata per la ricarica dell’auto elettrica è un elemento di valore aggiunto. Sempre più acquirenti cercano box già predisposti per la mobilità elettrica. In alcune città, questo aspetto incide positivamente anche sulla valutazione dell’immobile in un mercato sempre più competitivo.
Quali sono le spese da affrontare
Qual è il costo per installare una wallbox nel proprio garage? Il costo è legato a una serie di fattori tecnici e strutturali. A incidere sono la potenza del dispositivo, le sue caratteristiche tecnologiche, la necessità di adeguare l’impianto elettrico esistente e la presenza di funzioni avanzate, come la connettività smart o la gestione dinamica dei carichi.
Per una wallbox a uso privato con potenza contenuta, fino a 7,4 kW, il costo medio si colloca tra i 900 e i 1.500 euro, comprensivi del solo hardware. Nel caso in cui si voglia predisporre una stazione di ricarica condivisa tra più condomini, dotata di sistemi di identificazione utente e accesso controllato, la spesa tende a salire fino ai 3.000 euro, anche in base alla complessità del progetto e al numero di utenti serviti.
A queste cifre è necessario aggiungere il costo relativo alla posa in opera e agli eventuali interventi sull’impianto elettrico, che può variare in base alla distanza dal quadro generale, alla necessità di nuove canalizzazioni o al tipo di installazione. In media, il prezzo per l’installazione oscilla tra i 500 e i 1.500 euro, ma può aumentare nel caso in cui si renda necessario un adeguamento strutturale dell’impianto di fornitura o una predisposizione per future espansioni.