Notizie

Dazi Usa del 50%, Trump si innervosisce e alza il tiro dal 1° giugno

Altro che trattativa. I dialoghi tra Bruxelles e Washington sul fronte delle tariffe commerciali sono sempre più vicini al collasso. E quando Donald Trump si spazientisce, lo fa a modo suo: aprendo Truth Social e lanciando minacce in maiuscolo. L’ultima? Dazi del 50% su tutti i prodotti europei, auto incluse, a partire dal 1° giugno. A meno che – ovviamente – “non siano costruiti negli Stati Uniti”.

Carte messe sul tavolo

Stavolta l’ex tycoon mette subito le carte sul tavolo. “È molto difficile avere a che fare con l’Unione Europea, formata con l’obiettivo di approfittarsi degli Stati Uniti sul commercio”, ha scritto Trump nel suo ultimo post. Quindi, ha elencato tutte le colpe di Bruxelles, come una lista della spesa avvelenata: “Le sue potenti barriere commerciali, le imposte sull’Iva, le ridicole sanzioni alle aziende, le barriere non monetarie, le manipolazioni, le cause legali ingiuste e ingiustificate contro le aziende americane e altro ancora”.

E la cannonata: “Un deficit commerciale con gli Stati Uniti di oltre 250 milioni di dollari all’anno, una cifra totalmente inaccettabile”. Peccato che il numero sia lontano dalla realtà. Secondo i dati Eurostat, nel 2023 gli Usa hanno avuto con l’Ue un disavanzo complessivo di circa 48 miliardi di euro (quindi molto più di 250 milioni, ma decisamente meno di quanto suggerito). Il totale dell’interscambio è stato gigantesco: 1,6 trilioni di euro. Nel dettaglio: 157 miliardi di surplus per l’Ue nei beni, ma 109 miliardi di deficit nei servizi. Quindi la bilancia pende, tuttavia il quadro è molto più articolato di come lo presenta Trump.

Uno stallo che pesa

Dietro le frasi a effetto, si cela uno stallo che pesa. Le trattative con Bruxelles stentano a ingranare, mentre quelle con il Regno Unito – partite nello stesso periodo – hanno già portato a un compromesso. E questo, per Trump, è intollerabile. La soluzione, secondo lui, è una scorciatoia vecchia tanto quanto il suo slogan: comprare americano, costruire americano, tassare il resto. “Le nostre discussioni con loro non porteranno a nulla! Pertanto, raccomando un dazio diretto del 50% sull’Unione Europea, a partire dal 1° giugno 2025”, ha scritto ancora. E poi ha rilanciato con il solito schema: “Non vi sarà alcun dazio se il prodotto sarà costruito o fabbricato negli Stati Uniti”.

In soldoni, produci in casa? Sei salvo. Importi da fuori? La paghi. E questo vale per auto, macchinari, prodotti agroalimentari, componentistica e tutto ciò che può passare da un porto europeo a uno americano. Il rischio è di una guerra commerciale vera, anche se il numero uno della Casa Bianca ha già dimostrato con la Cina di saper anche tendere la mano all’occorrenza. Nel frattempo, a Bruxelles si cerca di tenere il punto senza cedere al ricatto. A ogni modo, il tono si è fatto più teso. La Commissione è consapevole che il tempo stringe, e che Trump sta già giocando in attacco, con l’Europa nel mirino. Se i dazi (che intanto colpiscono persino i giocattoli) del 50% dovessero davvero partire, l’impatto sarebbe pesante su più settori, in particolare automotive e manifattura. Ma per ora, lo scenario resta in bilico. E finché si tratta di parole sui social, rimane margine di manovra, spazio per trattare. Almeno in teoria.

To top