Ha cercato la sua auto in lungo e in largo per il centro storico. Non vedendola più dove credeva di averla lasciata, ha pensato al peggio. Così, l’ex senatore Carlo Giovanardi si è recato in caserma dai Carabinieri per denunciare il furto della sua Audi grigia. Una vicenda che sembrava preannunciare l’ennesimo episodio di microcriminalità, ma che si è conclusa con un colpo di scena inaspettato: l’auto non era mai stata rubata.
“L’ho cercata ovunque, ma niente”
La vicenda, per certi versi surreale, è avvenuta nel cuore di Castelvetro di Modena, uno dei borghi più suggestivi e tranquilli dell’Emilia-Romagna. Giovanardi, noto volto della politica nazionale, si trovava in paese per un pranzo con alcuni amici. Aveva lasciato la sua vettura non lontano dal ristorante. Ma al momento di tornare a casa, l’auto sembrava sparita. “Ho girato per tutte le vie del centro, non c’era traccia della mia Audi”, ha raccontato l’ex ministro, visibilmente sorpreso e contrariato. “Ero certo di averla parcheggiata in una zona tranquilla. Due ore dopo, tornato dal pranzo, era scomparsa”.
Così, preoccupato e convinto di essere vittima di un furto, ha deciso di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Scatta la denuncia e iniziano le ricerche. Per due giorni, Carabinieri e autorità locali si mettono al lavoro per rintracciare la vettura, visionando le immagini delle telecamere e verificando le segnalazioni. Ma alla fine, la verità emerge: la macchina non era mai stata spostata da dove Giovanardi l’aveva lasciata.
L’auto era sempre lì
A confermare l’epilogo della vicenda è il sindaco di Castelvetro, con un tono ironico ma anche risoluto: “Siamo felici che l’auto del senatore sia stata ritrovata. Tuttavia, per dovere di chiarezza, va detto che il veicolo non era stato rubato, ma si trovava esattamente nel luogo in cui era stato parcheggiato”. La precisazione, ha sottolineato il sindaco, non vuole essere polemica, ma “necessaria per tutelare l’immagine del nostro Comune, che non merita di essere considerato insicuro per un fatto mai realmente accaduto”.
Giovanardi ha accolto la notizia con sollievo e non ha evitato un pizzico di ironia: “Evidentemente l’auto era ben nascosta, se è vero che anche le autorità hanno impiegato più di 24 ore per accorgersi che si trovava tra la caserma dei Carabinieri e la piazza principale”. Poi, con spirito autocritico, ha ammesso: “È stato un mio errore, certo. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra…”. Una gaffe che non ha mancato di far sorridere i cittadini, ma che ha anche suscitato alcune riflessioni più serie sull’uso della denuncia e sulla responsabilità pubblica di figure note. Alcuni, sui social, hanno commentato con sarcasmo l’episodio, mentre altri hanno apprezzato il mea culpa dell’ex parlamentare.
Un caso singolare, ma non unico
Quello di Giovanardi non è il primo caso del genere. Episodi simili – in cui le auto “scomparse” vengono poi ritrovate dove erano state effettivamente lasciate – capitano più spesso di quanto si pensi. A volte si tratta di semplice disattenzione, altre volte di una memoria ingannevole, soprattutto in zone poco familiari o con parcheggi simili. In questo caso, però, il protagonista è un volto noto della politica, e la notizia ha avuto risonanza nazionale.