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Incidente di Milano: la velocità folle e il semaforo rosso, emergono nuove ipotesi

Il fatto di cronaca del momento, continua a far parlare con nuovi dettagli. Emergono nuove ipotesi dell’incidente avvenuto domenica a Milano, in viale Fulvio Testi, che ha tolto la vita a un 19enne e ferito altre tre persone.

Un episodio le cui immagini hanno lasciato tutta l’Italia senza parole: una Mercedes Classe G spezzata in due, con l’abitacolo separato completamente dal telaio. Una scena drammatica, che ha subito acceso interrogativi sulle dinamiche dello scontro, che di giorno in giorno stanno accompagnando le indagini della polizia con ipotesi e nuove testimonianze. Proprio quest’ultime sembrerebbero essere recentemente emerse e, insieme a delle telecamere della zona, potrebbero attribuire nuove colpe alla guida del SUV, prima di finire la propria corsa contro l’Opel Astra.

La dinamica dell’incidente

Secondo le ricostruzioni, una Mercedes Classe G in versione Brabus e una Opel Corsa si sono scontrate violentemente nel tardo pomeriggio di domenica 16 novembre, lungo una delle arterie più trafficate che collegano Milano a Monza. Un tratto urbano dove la velocità è regolata da limiti precisi, ma dove non sono rari i transiti sostenuti. A bordo della Mercedes viaggiavano tre giovani, e ad avere la peggio sarebbe stato il ragazzo seduto sul lato passeggero, che purtroppo non è sopravvissuto all’impatto. Gli altri occupanti sono stati soccorsi in condizioni serie, insieme al conducente della Opel.

Dai primi accertamenti, il conducente del Classe G — un mezzo noleggiato con una potenza da circa 800 CV — sarebbe risultato positivo ad alcol e sostanze stupefacenti, circostanza che lo ha portato a essere iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio stradale. Anche il conducente dell’Opel sarebbe risultato positivo a un pre-test sulle droghe e anch’esso indagato con la stessa accusa. La violenza dell’impatto è talmente evidente da parlare da sola: la Classe G si è letteralmente divisa in due, con il pianale da una parte e l’abitacolo dall’altra, uno scenario rarissimo che ha immediatamente sollevato interrogativi sulle condizioni del veicolo, sulla velocità e sulla dinamica esatta dello scontro.

La velocità del Classe G

In queste ore starebbe prendendo corpo un’ipotesi che, se confermata, potrebbe aiutare a definire la lettura dell’incidente. Secondo alcuni testimoni e dai primi riscontri ottenuti analizzando le telecamere della zona, il SUV avrebbe attraversato l’incrocio con il semaforo rosso a una velocità molto elevata, vicina — secondo alcune testimonianze — ai 150 km/h, quasi tre volte il limite consentito su quel tratto. Una velocità così alta potrebbe spiegare in parte come mai il veicolo si sia spezzato in due: forze d’urto di quel livello sono difficili da gestire anche per un mezzo massiccio come un Classe G. Se questa dinamica dovesse trovare conferma, si aggiungerebbe un altro tassello nella ricostruzione dei fatti al momento ancora da definire con cura.

L’incidente del 2024

Parallelamente a queste nuove ricostruzioni, alcune indiscrezioni parlano anche di un possibile precedente legato al SUV Brabus coinvolto. In questi giorni sono uscite immagini e notizie che vedrebbero la stessa auto coinvolta in un incidente nel 2024 e successivamente sottoposta a lavori di ripristino. Non ci sono conferme ufficiali su questo punto, né elementi che colleghino eventuali riparazioni pregresse allo stato dell’auto al momento dell’impatto. Tuttavia, si tratta di una pista che le autorità starebbero verificando per escludere eventuali cedimenti strutturali preesistenti.

In attesa delle risultanze ufficiali della Polizia Locale, restano molte domande aperte. La velocità, il possibile passaggio con il rosso, lo stato del veicolo, le condizioni dei conducenti: ogni tassello è fondamentale per restituire un quadro chiaro e definitivo a un episodio che lascia tutti sconcertati.

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