La longevità del motore dipende particolarmente dalla pulizia interna del circuito dell’olio. Oltre al cambio periodico, l’impiego di un additivo per lavaggio interno può rappresentare un intervento altamente consigliato per garantire il massimo rendimento del motore, specie nei casi di depositi persistenti.
Con il tempo, all’interno del propulsore si accumulano morchie, residui carboniosi e micro-particelle derivanti dall’usura dei componenti. Questi elementi si depositano nei condotti dell’olio, riducendo la capacità di lubrificare e di proteggere le parti meccaniche e aumentando il rischio di guasti prematuri.
Vediamo con chiarezza e semplicità cos’è questo trattamento, i reali vantaggi, le modalità d’uso corrette e in quali condizioni è preferibile evitarlo.
Cos’è il trattamento lavamotore
Il lavaggio interno del motore è un procedimento che si svolge con l’uso di un additivo detergente specifico, da versare nel circuito dell’olio prima del cambio, con l’obiettivo di eliminare le impurità formatesi all’interno del propulsore. Vediamo nel dettaglio come funziona:
- l’additivo viene diluito nell’olio motore esausto già a temperatura di esercizio (90° circa) lasciandolo a regime minimo, così da permettergli di svolgere il suo lavoro;
- trascorso il tempo della pulizia si effettua lo scarico dell’olio, così che la sporcizia viene espulsa insieme al lubrificante esausto;
- successivamente, a motore freddo si effettuano il cambio del filtro e l’immissione dell’olio nuovo.
Questo processo offre una “pulizia” profonda dell’interno motore, così che possa operare con massima efficienza e senza contaminazioni residue.
I benefici
Questo procedimento con l’additivo di lavaggio, se eseguito correttamente e regolarmente, porta diversi vantaggi tecnici e pratici:
- rimozione dei depositi: elimina morchie, residui carboniosi e incrostazioni che nel tempo riducono la sezione dei condotti, portando a una scarsa lubrificazione delle parti soggette a usura;
- protezione dell’olio nuovo: impedisce che il lubrificante fresco appena inserito venga contaminato subito da impurità residue;
- riduzione degli attriti: una lubrificazione più pulita migliora lo scorrimento dei componenti meccanici, portando effetti positivi sui consumi, sul rendimento ma anche sulle emissioni nocive;
- maggiore affidabilità del motore: riducendo i rischi di passaggi ostruiti, si abbassa la probabilità di danni alle parti vitali del propulsore come bronzine, punterie e turbocompressore;
- vantaggio in motori usati: risulta particolarmente utile su auto con manutenzione pregressa incerta o dopo lunghi intervalli di cambio olio.
Un altro aspetto da considerare è il beneficio ambientale, un motore pulito mantiene l’olio più efficiente per un periodo maggiore, riducendo la frequenza dei cambi e quindi la quantità di rifiuti speciali da smaltire. Il beneficio maggiore non è tanto immediato in termini di prestazioni, ma sulla durata del propulsore.
In officina utilizziamo queste due tipologie di prodotti, uno per trattamento da eseguire in marcia e uno a motore acceso:
Come eseguire il lavaggio
La procedura per eseguire il lavaggio interno del motore è facilmente riproducibile da tutti, va comunque sempre letta la scheda tecnica prevista dal produttore dell’additivo. Vediamo i passaggi nel dettaglio per i prodotti consigliati:
- aggiungere dell’additivo: la procedura varia a seconda dell’attivo utilizzato. Per sku 5200 il prodotto va versato nel motore quando freddo, circa 200 km prima di effettuare il cambio olio e guidando come di consueto. Per sku 1019 il fluido viene versato nell’olio esausto a motore caldo e lasciato girare al minimo per circa 20 minuti;
- funzionamento del motore: lasciare girare il motore al minimo, o utilizzarlo regolarmente a seconda della procedura, permette all’additivo di circolare e sciogliere i depositi;
- scarico dell’olio contaminato: una volta trascorso il tempo o effettuato il chilometraggio corretto, si può effettuare lo scarico completo dell’olio motore;
- sostituzione del filtro: a motore freddo è possibile montare un filtro nuovo per garantire la massima pulizia del circuito;
- immissione olio nuovo: si inserisce il lubrificante scelto secondo le specifiche del costruttore;
- utilizzo additivo protezione: per un lavoro a regola d’arte, consiglio di utilizzare sku 1018 utile a prevenire l’usura del motore, diminuire i consumi di carburante e aumentare la fluidità del propulsore. Consigliato ogni 50000 km.
È importante non prolungare mai oltre il tempo indicato il funzionamento con l’additivo, perché un uso improprio potrebbe compromettere la viscosità residua dell’olio. Inoltre, l’olio esausto e il filtro vanno sempre smaltiti come rifiuti speciali presso isole ecologiche o officine autorizzate. Piccole attenzioni come l’uso di guanti protettivi e l’operare a motore freddo per la sostituzione del filtro e lo svuotamento dell’olio rendono l’operazione più sicura.
Situazioni in cui va effettuato il lavaggio
Il lavaggio interno del motore non è un’operazione di routine, ma un intervento mirato da considerare solo in presenza di alcuni sintomi o in determinate situazioni. I casi più comuni in cui questo trattamento può essere risolutivo sono:
- manutenzione incerta: è la situazione tipica di un veicolo acquistato usato, di cui non si conosce la cronologia completa dei tagliandi;
- rumorosità meccanica a freddo: il classico ticchettio delle punterie idrauliche è spesso un segnale di passaggi dell’olio parzialmente ostruiti da depositi;
- olio che si scurisce troppo in fretta: se il lubrificante nuovo diventa nero dopo poche centinaia di chilometri, significa che i residui interni lo stanno contaminando immediatamente;
- pressione dell’olio bassa o instabile: l’accensione sporadica della spia dell’olio, specialmente al minimo o a motore caldo, può indicare un problema di circolazione;
- calo di prestazioni: una minore prontezza del motore o un aumento dei consumi possono essere legati a maggiori attriti interni dovuti a una lubrificazione non ottimale;
- residui evidenti: la presenza di morchie visibili sul vecchio filtro dell’olio o di depositi gommosi sul tappo di rabbocco sono un chiaro segnale di sporco presente nel circuito.
Quando è meglio evitarlo
Il lavaggio interno non è sempre indicato. In determinate condizioni può addirittura risultare controproducente. Vediamo le situazioni da evitare:
- vetture chilometrate sopra i 150.000 km: il trattamento scioglie i depositi accumulati, se troppo eccessivi a causa del chilometraggio, potrebbero distaccarsi in blocco otturando la pompa dell’olio con conseguente rottura del motore;
- motori moderni ben mantenuti: con tagliandi regolari e lubrificanti di qualità, il flush è spesso superfluo, meglio utilizzare il prodotto di mantenimento per minimizzare gli attriti del motore;
- propulsori con guarnizioni usurate: i depositi interni a volte fungono da sigillante, la loro rimozione con questi trattamenti può far scoprire piccole trafilature che fino a quel momento erano sigillate;
- intervalli ravvicinati: esistono vetture che percorrono 2-3000 km all’anno, se il cambio olio è stato effettuato da poco e in modo regolare, il trattamento non porta benefici concreti.
In officina capita spesso di valutare caso per caso, su motori molto chilometrati è preferibile non rischiare, mentre in veicoli ben seguiti suggeriamo piuttosto l’utilizzo di additivi di mantenimento. La regola generale è che un lavaggio interno non va mai fatto a cuor leggero, ma solo quando ci sono sintomi o condizioni che lo giustificano realmente.