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L’Europa salva le auto diesel e benzina, i piani per il futuro

L’Europa, almeno per ora, non può consentirsi un parco auto a zero emissioni. Salvo incentivi che stanno dopando il car market, i numeri di vendita dei veicoli full electric sono ancora molto bassi, soprattutto nelle realtà meridionali. La quota di immissioni di EV nel nostro Paese ha superato il 5% nel 2025, a soli 10 anni dal temuto ban ai motori a combustione interna. I burocrati di Bruxelles hanno steso un tappeto rosso al boom dei marchi cinesi, favoriti sulla produzione di batterie, mandando in seria crisi i costruttori storici. Con un calo di vendite e un taglio dei posti di lavoro nella filiera dell’automotive la Commissione sta valutando una parziale retromarcia alla direttiva sullo stop ai motori termici.

In base agli ultimi rumor la presidentessa Ursula von der Leyen, dopo aver annunciato una E-car low cost Made in Europa, potrebbe decidere di abolire il divieto totale di vendita di auto con motori a combustione interna dal 2035, puntando alla riduzione delle emissioni inferiore al 100% con altre strategie. Le misure potrebbero spingere i vertici della Commissione ad accettare l’utilizzo di biocarburanti, evitando la sola commercializzazione di EV. Nei primi 10 mesi del 2025 le vendite sono aumentate del 26% portando i modelli full electric a una quota del 16% in Ue, ma non basta.

Parziale dietrofront

I puristi non sono disposti a cambiare le proprie abitudini per veicoli full electric costosi e che perdono di valore velocemente sul mercato dell’usato. Anche a parità di prezzo la maggioranza degli automibilisti italiani si terrebbe stretta la cara vecchia auto termica che non richiede ore di attesa presso le colonnine di ricarica. L’idea di far sparire dai listini delle Case costruttrici europee le auto con motori tradizionali potrebbe determinare un tracollo sul piano economico senza precedenti. Per questo motivo a Bruxelles, come è riportato sul Financial Times, potrebbero rivedere la percentuale di riduzione delle emissioni di Co2, oggi fissata al 100%.

In base a quanto è sancito sulle colonne del quotidiano britannico sarebbe pronta una revisione delle regole che consentirà ai costruttori di vendere veicoli fino a un livello di emissioni pari al 10% di quello del 2021. Verrà commercializzato un numero prestabilito di vetture a benzina e diesel anche dopo il 2035. Si parla dell’utilizzo di acciaio ecologico per la produzione di queste auto per limitare al massimo le ricadute sull’ambiente. Un target del 90% riaprirebbe la porta al motore termico con buona pace dei progressisti green.

Spazio ai veicoli range extender

Le vetture con autonomia estesa potrebbero ridurre i costi della batteria per diventare più gestibili nell’utilizzo quotidiano e nei lunghi spostamenti. La Commissione europea sarebbe favorevole all’utilizzo di piccoli motori di riserva a benzina per estendere l’autonomia delle vetture. La tecnologia range extender offre numerosi benefici ai veicoli elettrici in cui un motore a combustione interna funge esclusivamente da generatore di corrente per ricaricare la batteria. Il primo vantaggio è legato a una estrema efficienza e nessuna preoccupazione sull’autonomia.

Con questa formula anche i puristi potrebbero accettare il compromesso in nome di bassi consumi, senza lamentarsi degli aspetti tecnici delle classiche auto 100% elettriche. Bruxelles sta valutando tutte le questioni sul tavolo e a breve si pronuncerà con un atto ufficiale che potrebbe sconfessare il green deal.

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