In attesa di un’accelerazione del programma di elettrificazione, l’Ue guarda al futuro prossimo e sta valutando nuovi sistemi per poter sostenere il bilancio. Tra le opzioni disponibili sul piatto c’è anche l’introduzione di quella che è già stata definita come una nuova “tassa sulla benzina” come effetto indiretto del sistema Ets 2, come riportato oggi da Ansa. Al momento, non c’è ancora un piano definitivo ma la Commissione europea è alla ricerca di nuove forme di finanziamento. Andiamo ad analizzare la questione e a fare il punto sugli obiettivi Ue e sulle possibili conseguenze per i cittadini.
Una tassa per i carburanti
Tutto ruota intorno al sistema Ets 2, approvato nel 2023 e pronto a entrare in vigore nel corso del 2027. Il sistema in questione regola lo scambio delle quote di emissione e andrà a coinvolgere nuovi settori, come quello dei trasporti privati. Di fatto, potrebbe esserci una vera e propria tassa sui carburanti destinati all’uso privato che, quindi, potrebbero aumentare di prezzo per i consumatori finali. Nel frattempo, l’Ue ha chiesto all’Italia di adattarsi all’elettrificazione con tasse per chi inquina e più incentivi per l’elettrico.
ETS 2, secondo le stime riportate da Ansa che cita il Financial Times, potrebbe generare fino a 705 miliardi di euro tra il 2027 e il 2035. Il meccanismo era stato definito per sostenere le famiglie vulnerabili, ma le cose sembrano essere cambiate. In questo scenario, la Commissione europea ha bisogno di circa 30 miliardi di euro all’anno, sia per rimborsare i bond emessi per finanziare il Recovery Fund che per coprire nuove spese legate alle priorità strategiche europee tra cui trova spazio l’aumento delle spese militari.
Il nuovo sistema Ets 2 è parte integrante della strategia climatica europea, Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni nel corso dei prossimi anni. Il rischio che si traduca in una vera e propria tassa sui consumatori è, però, significativo. Diversi Stati membri hanno già confermato la volontà di richiedere un rinvio dell’entrata in vigore della normativa, al fine di ridurre le possibili conseguenze economiche che deriverebbero da un aumento del costo dei carburanti (e anche del riscaldamento, un altro settore impattato dalla normativa). Ricordiamo che, per quanto riguarda le emissioni, l’Ue prevede già un sistema di multe per i produttori che non rispettano i vincoli fissati.
Le alternative
Come sottolineato in precedenza, l’Ue è alla ricerca di nuove soluzioni di finanziamento e il sistema più realistico per raggiungere quest’obiettivo è introdurre nuove tasse. Come evidente dalle stime riportate in precedenza, Ets 2 può garantire entrate significative per le casse europee. Ci sono, però, delle alternative da considerare. Si parla, ad esempio, di nuove tasse sul digitale oltre che di tasse su alcuni cibi lavorati (sugar tax e salt tax), aumenti sul tabacco e anche tasse sui visti per i turisti esenti.
La situazione è ancora in divenire e una soluzione sembra essere ancora lontana. Il nuovo meccanismo che potrebbe tradursi in una tassa sulla benzina e sugli altri carburanti ad uso privato è previsto per il 2027. C’è, quindi, ancora tempo per trovare un’alternativa in grado sia di sostenere le casse europee sia di evitare una nuova tassa sui cittadini. Sarà necessario verificare quelle che saranno le prossime mosse da parte dell’Ue. Maggiori dettagli in tal senso potrebbero arrivare nel corso della seconda metà dell’anno.