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Minicar e limiti velocità, cosa dice il Codice della Strada e quando scattano le sanzioni

Nel linguaggio del Codice della Strada e dell’omologazione europea, le minicar rientrano nella famiglia dei quadricicli e si dividono in leggeri (L6e) e pesanti (L7e). La differenza incide su velocità, potenza, strade accessibili e titolo di guida richiesto. I quadricicli leggeri L6e nascono con una velocità massima per costruzione fissata a 45 km/h e parametri tecnici contenuti per essere assimilati ai ciclomotori.

La loro natura limitata deriva dall’omologazione europea, che blinda progettualmente quel tetto di velocità. I principali utilizzatori delle L6e sono giovani tra i 14 e i 18 anni, attratti dalla possibilità di ottenere la patente AM e dalla sensazione di maggiore protezione rispetto agli scooter a due ruote.

I quadricicli pesanti L7e, invece, non sono vincolati al limite dei 45 km/h, dispongono di valori di potenza più elevati (fino a 15 kW in molte sottocategorie) e richiedono patenti come la B1, con possibilità prestazionali superiori pur rimanendo nella cornice dei quadricicli. Questa distinzione discende dal Regolamento (UE) 168/2013, che definisce criteri di classificazione e vincoli di omologazione.

Strade consentite e divieti di circolazione

Autostrade e strade extraurbane principali, per espressa previsione dell’articolo 175 del Codice della Strada, escludono dalla circolazione determinate categorie di veicoli, tra cui i ciclomotori e, per estensione, i quadricicli che non soddisfano i requisiti d’accesso. Una minicar L6e non può imboccare né autostrade né tangenziali classificate come extraurbane principali.

Per i quadricicli pesanti L7e il divieto resta valido: le stesse arterie restano precluse se non sono rispettati i requisiti minimi previsti dalla legge. Sulle altre strade, urbane ed extraurbane secondarie si applicano i limiti generali del tratto e gli eventuali limiti locali più restrittivi, fermo restando che una L6e non potrà mai superare, legittimamente, il proprio tetto omologativo di 45 km/h.

Il limite per costruzione non coincide con il semplice rispetto del cartello stradale. Quando un costruttore omologa un quadriciclo L6e, configura trasmissione, centralina e dispositivi di limitazione affinché il veicolo non superi i 45 km/h nelle condizioni previste dalla normativa.

Se in discesa il tachimetro dovesse segnare di più, la questione giuridica ruota comunque attorno alla conformità tecnica. Diventa però importante se il veicolo è stato alterato, ad esempio con la rimozione di un limitatore o la rimappatura della centralina: in questo caso si rientra nelle modifiche costruttive non annotate, con conseguenze previste dall’articolo 78 del Codice della Strada, che comporta sanzioni, ritiro dei documenti e obbligo di visita e prova nelle officine della Motorizzazione civile.

Per le L7e il tema è diverso: non avendo il vincolo dei 45 km/h, seguono l’omologazione e i limiti del tratto stradale, pur restando soggette ai divieti infrastrutturali.

Sanzioni per eccesso di velocità e violazioni

Le sanzioni per eccesso di velocità si applicano anche alle minicar, secondo l’articolo 142 del Codice della Strada, con importi e misure accessorie graduati in base allo scarto rilevato. Nei casi più gravi, oltre a multe severe, può scattare la sospensione della patente. Se una minicar accede ad autostrade o extraurbane principali senza averne diritto si configura la violazione dell’articolo 175 che genera un illecito amministrativo autonomo.

Nei casi di manomissione dei dispositivi di limitazione o di altre modifiche che alterano i dati di omologazione si applica l’articolo 78 con sanzioni amministrative, ritiro della carta di circolazione e obbligo di revisione tecnica. La situazione può aggravarsi in caso di incidente, con responsabilità legate alla non conformità del mezzo.

In tutti i casi il conducente di una minicar L6e deve considerare il proprio veicolo adatto soprattutto a contesti urbani o suburbani lenti: circola su strade ordinarie rispettando i limiti, senza mai oltrepassare il tetto dei 45 km/h, e non accede alle arterie ad alto scorrimento. La pianificazione degli spostamenti deve prevedere percorsi alternativi compatibili con le prestazioni del mezzo.

Per chi guida una L7e cambia la fluidità fuori città, ma non il presidio di sicurezza: i divieti d’accesso restano e la velocità deve adeguarsi alle condizioni della strada e del traffico. L’alterazione del veicolo per guadagnare velocità comporta rischi giuridici, tecnici e assicurativi, oltre a responsabilità aggravate in caso di sinistro.

Più precisamente, le modifiche non autorizzate ai limiti di velocità, come la rimozione del limitatore, possono comportare la confisca del veicolo, la sospensione della patente, l’annullamento dell’assicurazione in caso di incidente e multe fino a 1.734 euro.

Limiti stradali e limiti tecnici di omologazione

C’è poi una differenza sostanziale tra limiti di segnale e limiti tecnici di omologazione. Il cartello stradale indica la velocità massima ammessa su quel tratto, mentre il limite per costruzione definisce ciò che il veicolo può legittimamente fare, a prescindere dalla strada.

Una L6e, anche su un tratto a 70 km/h, non può andare oltre i 45 km/h per omologazione, ma non deve nemmeno diventare un intralcio: il conducente ha il dovere di scegliere percorsi compatibili e agevolare il traffico quando possibile. Le L7e, pur potendo andare più veloci, devono rispettare divieti infrastrutturali e modulare l’andatura secondo l’articolo 141 del Codice della Strada, che impone di commisurare la velocità alle condizioni di sicurezza, oltre ai limiti numerici dell’articolo 142.

La normativa consente di trasportare un passeggero solo se il conducente è maggiorenne o ha compiuto 16 anni, salvo alcune limitazioni nei modelli a quattro posti per i minorenni. Per i bambini sotto i 1,50 m è obbligatorio l’uso di seggiolini omologati conformi alla normativa i‑Size, purché il veicolo sia equipaggiato con cinture di sicurezza e attacchi isofix.

Differenze sostanziali tra L6e e L7e

La categoria L6e comprende quadricicli leggeri con massa a vuoto fino a 350 kg e velocità massima di 45 km/h, mentre gli L7e pesanti arrivano a 400 kg (o 550 kg per uso merci) con potenza fino a 15 kW e velocità fino a 80‑90 km/h, e richiedono patenti diverse, come la B1 o B.

La patente AM, disponibile dai 14 anni, abilita alla guida degli L6e, mentre la B1 (a partire dai 16 anni) è necessaria per condurre gli L7e. La scelta della patente dipende quindi dalla categoria del quadriciclo e riflette differenze tecniche e prestazionali.

I quadricicli leggeri presentano livelli di sicurezza inferiori rispetto ad automobili tradizionali, con un tasso di mortalità fino a tre volte maggiore in caso di incidente e una maggiore probabilità di rimanere incastrati nel mezzo, a causa di standard di crash test meno stringenti

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