Quasi 20.000 vite spezzate ogni anno impongono un cambio di rotta. L’Unione Europea approva le nuove norme sulle patenti, lo scopo è quello di ridurre drasticamente il numero di vittime e uniformare le regole di guida nei 27 Stati membri. Tra gli aspetti cruciali, sarà possibile ottenere la licenza di guida già a 17 anni, ma fino ai 18 si potrà circolare solo con un accompagnatore esperto al fianco. Le novità, che entreranno in vigore il ventesimo giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue, dovranno essere recepite entro tre anni. Poi ci sarà un ulteriore anno di transizione per la completa messa in atto.
Le sanzioni e le modalità d’esame
Il primo pilastro della riforma interessa le sanzioni. Fino a oggi chi perdeva la patente in un Paese poteva, di fatto, continuare a circolare in un altro, il che lasciava impunito circa il 40% delle infrazioni transfrontaliere. Ora non sarà più possibile. Il relatore Matteo Ricci ha spiegato:
“Chi commette un’infrazione grave in un Paese diverso da quello di residenza non potrà più guidare da nessuna parte in Europa. Il ritiro della patente sarà riconosciuto ovunque”
In sostanza, l’Unione introduce un principio di reciprocità totale, che rende effettivo il concetto di patente europea. Il secondo pilastro tocca la sfera formativa. Gli esaminati dovranno mostrare attenzione verso tutto ciò che li circonda, dagli angoli ciechi al rischio di distrarsi con il cellulare. In tal modo, i pericoli verranno compresi fino in fondo, anziché limitati al rispetto formale delle regole. Nel percorso educativo si insegnerà a prevedere i movimenti delle categorie fragili, dai pedoni ai ciclisti, e a proteggerle con scelte consapevoli.
La durata della licenza e le regole per i neopatentati
Il terzo asse riguarda la durata delle patenti e i controlli sanitari. Quelle per auto e moto resteranno valide quindici anni, salvo che gli Stati scelgano di ridurle a dieci se la patente funge anche da documento d’identità. La validità scende a cinque anni nel caso dei mezzi pesanti, e gli Stati avranno facoltà di limitarla ulteriormente per i conducenti oltre i 65, così da prevedere visite mediche e aggiornamenti periodici. Già al momento del primo rilascio o del rinnovo, oltre al controllo della vista, le visite includeranno esami cardiovascolari e altri test per garantire l’idoneità psicofisica al volante.
Infine, l’Ue introduce un periodo di prova di almeno due anni per coloro che hanno appena conseguito la patente. Se sorpresi al volante in stato di ebbrezza, senza cintura o con comportamenti pericolosi, i conducenti beccati a trasgredire subiranno sanzioni inasprite. La riforma tocca anche la cronica carenza di autisti professionisti: i diciottenni potranno ottenere la patente per camion (categoria C) e i ventunenni quella per autobus (categoria D), purché abbiano completato la formazione professionale obbligatoria. Senza certificazione, l’età minima resta rispettivamente di 21 e 24 anni.
Inoltre, passo ulteriore verso la dematerializzazione dei documenti, le nuove patenti saranno digitali, accessibili pure tramite smartphone. Ma il punto chiave della riforma è la risposta a statistiche da mani nei capelli: il conteggio delle vittime continua a essere troppo alto e ignorarle sarebbe da incoscienti.
