Il cuore della questione sospensione breve della patente riguarda la possibilità di applicare una sanzione accessoria che non preveda lunghi mesi di interdizione alla guida, ma temporanea e immediata. In pratica viene comminata dalle forze dell’ordine nel momento in cui viene accertata l’infrazione. Questa misura, introdotta con l’articolo 218-ter del Codice, è pensata come strumento intermedio tra una semplice multa e la più severa sospensione amministrativa ordinaria.
La normativa non si applica a tutti: c’è una soglia di punti sulla patente che determina l’applicabilità o meno di questo provvedimento. Chi possiede 20 punti o più non è soggetto a questa sanzione accessoria ed è proprio da qui che nasce l’esigenza di fare chiarezza.
Misura immediata e correttiva
Diversamente dalla sospensione ordinaria, che può durare mesi ed è disposta da un’autorità amministrativa seguente alla violazione, la sospensione breve della patente è immediata e limitata nel tempo. Ha una funzione anche pedagogica: serve a responsabilizzare il conducente e a interrompere una condotta di guida pericolosa.
La sua durata è contenuta, ma l’effetto simbolico e dissuasivo è indicativo. Non si tratta di un provvedimento punitivo fine a sé stesso, ma di un intervento mirato per ridurre il rischio stradale agendo nell’immediato e ridurre la latenza tra infrazione e sanzione. Si è scelto dunque di colpire la condotta scorretta senza ricorrere a strumenti sproporzionati.
Chi rischia la sospensione breve
Perché venga applicata devono verificarsi due condizioni. Innanzitutto il punteggio residuo del conducente, al momento dell’infrazione, deve essere inferiore a 20 punti. Significa che il guidatore deve aver già subito almeno una decurtazione, o non aver recuperato punti nel corso degli anni tramite corsi o comportamento virtuoso.
In secondo luogo, l’infrazione deve rientrare tra quelle ritenute di particolare gravità ovvero quelle che mettono in pericolo l’incolumità propria e altrui, come ad esempio il mancato rispetto della precedenza o l’attraversamento con semaforo rosso. La sospensione breve diventa così uno strumento di selezione: non tocca chi ha un profilo di guida regolare, ma interviene su chi ha già dimostrato segnali di rischio.
Nessuna sospensione per chi ha 20 punti o più
Pur commettendo una violazione grave, chi mantiene il proprio saldo punti a quota 20 o superiore non è colpito dalla sospensione breve. A questi conducenti la legge continua ad applicare le classiche sanzioni: la multa pecuniaria, la decurtazione dei punti e nei casi più estremi l’attivazione di un procedimento per sospensione ordinaria. Si vuole dunque incentivare il mantenimento del massimo punteggio come elemento di merito.
Chi ha saputo rispettare le regole fino a quel momento, anche se cade in errore una tantum, riceve una sanzione più moderata. In questa logica la sospensione breve è pensata per colpire i comportamenti ripetuti o già segnati da precedenti trasgressioni. Una distinzione che introduce un principio di proporzionalità e premialità nella gestione delle infrazioni.
Tipologie di infrazioni che la prevedono
Tra le infrazioni che possono comportare la sospensione breve – se si hanno meno di 20 punti – rientrano i comportamenti che vanno oltre la semplice distrazione. Si tratta di azioni potenzialmente pericolose, come
- la circolazione contromano;
- il mancato rispetto di un semaforo rosso;
- la precedenza non data ai pedoni;
- l’attraversamento dei passaggi a livello in violazione del Codice della Strada;
- la guida in stato di ebbrezza per i neopatentati o per chi guida per professione.
Tutti esempi in cui il mancato rispetto delle regole può generare situazioni di pericolo. Ma anche in presenza di una di queste condotte, la sospensione breve non si applica se il conducente ha 20 punti o più. Questa soglia diventa quindi una barriera protettiva, costruita nel tempo grazie a una guida rispettosa.
Durata della sospensione e aggravanti
La durata della sospensione breve è modulata in base al punteggio residuo: sette giorni per chi ha tra 10 e 19 punti, quindici giorni per chi ha meno di 10 punti. In presenza di incidenti causati dall’infrazione, la durata può raddoppiare, arrivando rispettivamente a 14 e 30 giorni. Questa proporzionalità sanziona più severamente chi ha una situazione già compromessa.
Il periodo di sospensione, per quanto breve, implica la reale impossibilità di guidare, con le conseguenze pratiche che ne derivano: impossibilità di lavorare per chi utilizza il veicolo per ragioni professionali, costi per spostamenti alternativi, disagi familiari.
Un sistema di premialità implicito
La ratio di questa scelta risiede in una visione premiale della sicurezza stradale. Il sistema a punti introdotto in Italia nel 2003 serve a valutare nel tempo il comportamento del conducente. Chi conserva tutti i 20 punti iniziali dimostra un approccio virtuoso alla guida e, per questo motivo, viene escluso da sanzioni più invasive, almeno in prima istanza. È come se lo Stato dicesse: “Hai sempre rispettato le regole? Allora ti concedo una seconda possibilità prima di ricorrere a misure drastiche.” Questo meccanismo introduce un principio di giustizia distributiva, in cui la storia del comportamento di guida ha un peso nella valutazione delle sanzioni.
Eccezioni in caso di reati gravi
Va ricordato che il mantenimento del punteggio massimo non garantisce l’immunità totale. In caso di reati stradali, come l’omicidio stradale o le lesioni personali gravi, la sospensione della patente scatta comunque, indipendentemente dal punteggio residuo. In questi casi, si entra nell’ambito penale, dove le logiche premiali vengono superate dalla necessità di tutela sociale e di applicazione rigorosa della legge.
La sospensione breve è invece uno strumento pensato per situazioni meno estreme ma comunque preoccupanti, e riservato ai conducenti che hanno già mostrato segnali di guida distratta o pericolosa. È un avvertimento, non una condanna definitiva, ma che può essere un bivio nel percorso del patentato.
Applicazione immediata e necessità di identificazione
Un aspetto interessante riguarda il ruolo degli agenti accertatori. La sospensione breve può essere comminata solo se l’infrazione viene contestata immediatamente ovvero se il conducente viene fermato sul posto e identificato. Non è possibile applicare questa misura sulla base di rilievi fotografici, come avviene per gli autovelox o i sistemi automatici. Colpisce il comportamento diretto e osservato, e non quello presunto o indiretto. La presenza fisica dell’agente, la contestazione immediata, la verbalizzazione in tempo reale: tutti elementi che garantiscono il rispetto dei diritti dell’automobilista, ma anche l’efficacia dissuasiva della sanzione.
Da un punto di vista operativo, è utile che i cittadini si mantengano informati sul proprio saldo punti, un dato che può essere consultato tramite il portale dell’automobilista o l’applicazione iPatente.