Mettersi sotto un ponte durante una grandinata è un gesto istintivo, dettato dall’idea di proteggere la carrozzeria da chicchi che possono diventare veri proiettili. La legittimità di questa scelta non dipende però dal meteo ma dal Codice della Strada. La normativa in vigore non contempla infatti il riparo anti-grandine come circostanza speciale, bensì valuta dove si ferma l’automobilista, come si fermi e se l’arresto crea pericolo o intralcio.
Le definizioni e i limiti di fermata e sosta sono fissati agli articoli 157 e 158 del Codice della Strada, con divieti tassativi in punti sensibili, e con regole più stringenti su autostrade ed extraurbane principali all’articolo 176. In altre parole, non decide la grandine: decide la sicurezza e decide la norma.
Fermata e sosta, cosa sono
Nel linguaggio del Codice della Strada, la fermata è l’arresto temporaneo del veicolo per esigenze momentanee mentre la sosta è una permanenza più lunga che impegna stabilmente porzioni di strada. Al di fuori dai centri abitati, i veicoli in sosta o fermata devono rimanere all’esterno della carreggiata. Se è impossibile, la fermata va effettuata accostando al margine destro in modo parallelo al senso di marcia. Sulle strade con precedenza la sosta è vietata perché riduce sicurezza e visibilità. Queste regole, contenute all’articolo 157, si applicano anche quando c’è un temporale: l’evento atmosferico non sospende l’obbligo di non creare ostacolo o pericolo per gli altri utenti.
Il nodo dei ponti e dei sottopassi
Il Codice della Strada non lascia ambiguità: sotto i sovrappassi, nei sottovia e nelle gallerie la fermata e la sosta sono vietate, salvo diversa segnalazione sul posto. Il classico riparo sotto un ponte dentro o fuori città ricade proprio in questo perimetro di divieto; la presenza di pioggia o grandine non legittima l’arresto in zone espressamente vietate. Se un cartello locale consente la fermata in determinate aree di protezione, allora il gioco cambia; in assenza di segnaletica permissiva, fermarsi sotto un ponte resta illecito. Il punto riferimento resta l’articolo 158 del Codice della Strada.
Autostrade ed extraurbane principali, la linea dura dell’articolo 176
Su autostrade e strade extraurbane principali la disciplina è più severa, per ragioni ovvie di sicurezza e scorrimento. È vietato fermarsi o sostare in carreggiata, su rampe e svincoli; la corsia di emergenza si può usare solo in reale emergenza e per il tempo strettamente necessario. La stessa norma precisa che la sosta d’emergenza non può comunque superare le tre ore, dopo di che scattano rimozione e ulteriori misure. Tradotto per la grandine: non è mai lecito accodarsi sotto un viadotto occupando corsie o parcheggiare in emergenza senza un motivo riconosciuto dalla legge. Da sola, la grandine non basta.
Nel traffico urbano o sulle statali, fermare il veicolo sotto un cavalcavia rischia comunque di violare i divieti dell’articolo 158 e i principi generali dell’articolo 157. Se l’arresto avviene in punti dove la fermata è vietata oppure crea intralcio in prossimità di curve, restringimenti o intersezioni, scattano le sanzioni amministrative.
In molte città la segnaletica sotto i viadotti vieta fermata e sosta proprio per evitare gli asili meteorologici che generano code improvvise e pericoli di tamponamento. In mancanza di un’area dedicata e segnalata, la scelta corretta resta quella di cercare un’area consentita e sicura, anche a costo di percorrere qualche centinaio di metri in più.
Sanzioni e responsabilità, quanto si rischia
La multa per fermata o sosta vietata sotto un ponte o in aree vietate varia in base alla fattispecie e al contesto stradale. L’uso improprio della corsia di emergenza è tra i comportamenti più sanzionati con importi tutt’altro che trascurabili, decurtazioni di punti e sospensione della patente nei casi più gravi, come stabilito dal Codice della Strada. Oltre all’aspetto pecuniario, chi si arresta in modo scorretto e provoca o aggrava un incidente può vedersi addebitare una quota di responsabilità supplementare per condotta imprudente, con riflessi assicurativi e civili.
Un aspetto da considerare riguarda le compagnie assicurative. In caso di danni da grandine, chi ha stipulato una polizza eventi naturali è coperto senza dover ricorrere a manovre rischiose. Se però un sinistro deriva dalla scelta di fermarsi sotto un ponte in maniera irregolare, la compagnia potrebbe rivalersi sull’assicurato con la contestazione di aver contribuito con condotta imprudente al verificarsi del danno.
Segnalazioni e DPI, cosa fare se bisogna fermarsi
Quando l’arresto è inevitabile, la strada impone un protocollo ben preciso. L’articolo 162 richiede di segnalare il veicolo fermo con il triangolo conforme e posizionato sulla corsia occupata, a non meno di un metro dal bordo esterno, a una distanza non inferiore a 50 metri dal veicolo e in modo che sia visibile da 100 metri dai sopraggiungenti. Prima di scendere occorre indossare il giubbotto ad alta visibilità. Quindi si attivano le quattro frecce e ci si colloca in zona sicura oltre il guardrail.
Sotto temporali intensi e grandinate, le raccomandazioni di Protezione Civile insistono sulla priorità di raggiungere luoghi chiusi e sicuri senza sostare sui ponti e nelle aree esposte a vento trasversale, allagamenti o caduta di detriti. In auto, quando non esiste un riparo lecito e sicuro a breve distanza, è prudente ridurre la velocità, mantenere una marcia fluida, aumentare la distanza di sicurezza e cercare una piazzola o un’area di servizio anziché improvvisare fermate sotto infrastrutture che possono diventare colli di bottiglia.
La grandine è un’emergenza? Quando sì e quando no
Il confine giuridico non è l’intensità della precipitazione ma la idoneità del veicolo a proseguire e la tutela dell’incolumità. Se la grandine danneggia il parabrezza fino a compromettere la visibilità o se l’impianto di illuminazione è inefficiente la fermata in corsia d’emergenza o in piazzola è giustificata come emergenza. In caso contrario, la ricerca di un tetto immediato non autorizza l’uso improprio di aree vietate. In ogni circostanza, l’arresto di emergenza deve essere segnalato e mantenuto per il tempo minimo, prima di riprendere il viaggio o chiedere assistenza.
Chi vive in zone soggette a grandinate può ridurre i rischi con strategie preventive che non pongono problemi legali: scegliere parcheggi coperti, dotarsi di teli anti-grandine omologati, pianificare gli spostamenti verificando allerte meteo e disporre di applicazioni che segnalano celle temporalesche in avvicinamento. Se colti in viaggio, la soluzione più corretta è proseguire lentamente fino alla prima piazzola o area coperta consentita, evitando il sottopasso a rischio allagamento e il tetto improvvisato del viadotto non autorizzato.