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Rotatorie e precedenze: le regole ignorate più spesso e le sanzioni previste

La rotatoria è un’intersezione a raso in cui i veicoli circolano in senso antiorario attorno a un’isola centrale e in cui la priorità dipende dalla segnaletica presente all’imbocco. Nella configurazione più diffusa in Italia – la cosiddetta rotonda all’europea – all’ingresso è presente il triangolo del dare precedenza e di conseguenza ha priorità chi è già sull’anello.

L’eccezione resta la rotonda all’italiana senza il cartello di dare precedenza, dove torna operativo l’articolo 145 del Codice della Strada (precedenza a destra), che assegna il passo a chi si immette. In pratica, non esistono regole universali sganciate dai cartelli: prima di impegnare l’incrocio occorre guardare i segnali e le linee di arresto, perché è la segnaletica a decidere come si passa in quel punto preciso.

Rotatorie a una corsia e a più corsie

La differenza fra una rotonda scorrevole e una a rischio va cercata nei dettagli a monte dell’ingresso. Il triangolo del dare precedenza, la linea di arresto e le frecce circolari blu avvisano che bisogna rallentare, adeguare la velocità e se necessario fermarsi prima di invadere l’anello.

Al contrario, nelle poche rotatorie senza obbligo di dare precedenza, la mancanza della linea di arresto e l’assenza del triangolo segnalano che si applica la precedenza a destra. Questa lettura preventiva evita il classico errore di portare troppa velocità in imbocco confidando in una corsia libera che per legge libera non è.

Nelle rotonde a una corsia la condotta è lineare: tenersi a destra, modulare la velocità e preparare l’uscita con la freccia destra subito dopo avere superato il ramo precedente alla propria uscita. Se l’anello è a più corsie, la posizione va pianificata in ingresso in base alla destinazione e allo stato del traffico: con flussi scarsi è prudente restare in corsia esterna e uscire senza cambi improvvisi.

Con traffico intenso è possibile immettersi anche in corsia interna e mantenere la stessa corsia come in file parallele, spostandosi poi verso destra con anticipo e freccia attiva per imboccare la propria uscita. La regola d’oro è non tagliare più corsie all’ultimo metro e rispettare le marcature orizzontali.

Frecce in rotatoria tra obblighi, consigli ed errori

Il Codice della Strada, nell’articolo 154, obbliga a segnalare con adeguato anticipo ogni cambiamento di direzione e ogni cambio corsia. Detto in termini concreti, bisogna azionare l’indicatore destro prima dell’uscita e mantenerlo fino al disimpegno. Quindi azionare la freccia in caso di spostamenti laterali fra corsie.

L’uso del sinistro mentre si gira dentro non è espressamente richiesto dalla legge e può creare ambiguità. Alcune indicazioni ministeriali utilizzate per la didattica d’esame hanno suggerito il sinistro per segnalare la permanenza nell’anello, ma la prassi più sicura resta: freccia destra per l’uscita e freccia in occasione di cambi corsia. Il punto non è accendere più luci possibile, ma informare chi segue di una manovra imminente.

Precedenze con pedoni e ciclisti

A ridosso dell’imbocco e dell’uscita le zebrature e le eventuali piste o corsie ciclabili spostano la gerarchia delle priorità. L’articolo 191 impone di rallentare e se necessario fermarsi per dare precedenza ai pedoni che transitano o stanno per impegnare l’attraversamento.

Le modifiche al quadro della mobilità ciclabile hanno inoltre tipizzato casi in cui i velocipedi che circolano su strade urbane ciclabili o corsie dedicate godono di precedenza rispetto ai veicoli a motore. Tradotto: occhi non solo alle auto, ma anche a strisce e pittogrammi a terra. Ignorarli significa violare precedenze speciali e moltiplicare i rischi.

Le sanzioni quando non si rispetta la precedenza

Saltare la precedenza imposta dai cartelli o dalle regole generali dell’articolo 145 non è una leggerezza: la norma prevede una sanzione amministrativa da 167 a 665 euro, con decurtazione di 5 punti. In caso di recidiva nel biennio è possibile sospensione della patente da 1 a 3 mesi. È il tipico caso di infrazione costosa anche a bassa velocità: basta tagliare il passo a chi sta già circolando sull’anello perché scatti il verbale e il conto in termini di punti pesa sul portafoglio e sulla patente.

Non segnalare l’uscita o il cambio di corsia rientra nell’articolo 154 e comporta un verbale in misura base da 42 a 173 euro con  taglio di 2 punti dalla patente. Attraversare linee continue, ignorare marcature o cartelli fa scattare l’articolo 146 con importi analoghi per la segnaletica orizzontale o verticale e 6 punti in caso di passaggio con rosso semaforico, oltre alle ipotesi di sospensione se reiteri nel biennio. Chi taglia dalla corsia interna all’uscita, oltre a sorprendere gli altri utenti, rischia spesso una doppia contestazione perché viola sia le regole sulle manovre sia quelle sulla segnaletica.

Negare la precedenza ai pedoni sugli attraversamenti che si trovano prima o dopo la rotatoria è una delle infrazioni più gravi nell’area delle intersezioni: l’articolo 191 prevede importi da 167 euro (con riduzione nei 5 giorni) e una decurtazione che può arrivare fino a 8 punti, con effetti immediati per chi ha poca anzianità di guida. L’errore tipico nasce dall’ansia di entrare o uscire sfruttando un varco tra le auto: in realtà, la priorità ai pedoni è una barriera di sicurezza che va rispettata prima di qualunque accelerazione.

I sorpassi dentro l’anello

La circolazione parallela su più corsie può produrre superamenti di fatto senza che vi sia un sorpasso in senso tecnico. L’articolo 148 resta però applicabile quando si forza un sorpasso vero e proprio in condizioni vietate (per esempio con scarsa visibilità, attraversando linee continue, o comprimendo le distanze di sicurezza), con sanzioni che oscillano fra 167 e 665 euro e nei casi più gravi prevedono la sospensione. All’interno di una rotonda, più che superare, la priorità è scegliere e mantenere la corsia giusta fino allo sbalzo per l’uscita, segnalando per tempo lo spostamento verso destra.

Molte discussioni nascono dai nomi, ma la vera differenza va cercata nella segnaletica. Nelle rotonde all’europea si trova sempre il dare precedenza e quindi la priorità è di chi circola nell’anello. Nelle rotonde all’italiana prive di quel cartello vale la precedenza a destra: chi entra ha priorità rispetto a chi già percorre l’anello. La progettazione moderna spinge verso la precedenza sull’anello per ragioni di flusso e sicurezza, ma alla guida bisogna attenersi a ciò che si vedi in loco, non a definizioni di comodo.

Dove la rotatoria è lambita da una pista ciclabile o da una strada urbana ciclabile, la precedenza dei velocipedi è esplicitata dai segnali e dalle marcature a terra, e le violazioni ricadono nell’articolo 145, con le relative sanzioni. La chiave operativa è semplice: leggere i pittogrammi, moderare la velocità e dare passo a chi è già impegnato sulla corsia ciclabile, specie nei punti in cui la tua traiettoria di uscita incrocia il loro percorso protetto.

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