Da settimane continuano a imperversare le critiche sull’operato del rieletto Presidente degli Usa che ha optato per una politica protezionistica. Donald Trump vuole rendere di nuovo attrattivo il suo Paese ed è disposto a tutto pur di spingere i brand stranieri a investire sul suolo americano. I dazi del 25% sono stati introdotti sulle auto e sui camion leggeri di fabbricazione estera. Il tycoon ha intenzione di cambiare le regole del commercio globale che, a sua detta, stavano favorendo Paesi vicini come Messico e Canada, oltre ai principali colossi asiatici.
I dazi avranno anche dato una scossa negativa all’industria dell’automotive europea, ma i principali problemi sono cominciati con le prese di posizione della Commissione europea. Bruxelles, ben prima della rielezione di Trump in Usa, ha deciso di percorrere la strada di un Green Deal che ha determinato grossi sacrifici in termini di investimenti con conseguenti licenziamenti. A denunciare la follia del Green deal è stato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che, da anni, ha attirato le attenzioni del Governo sul modello imposto dall’Ue. Salvo rarissimi casi, tutti i principali player del mercato delle quattro ruote hanno sofferto una crisi profonda, dovendo sposare necessariamente le politiche green. Le auto elettriche non hanno ancora fatto presa, soprattutto alle nostre latitudini, con tutti i problemi economici che sono arrivati a cascata per i produttori che con troppo ottimismo si erano lanciati sulla tecnologia full electric.
L’appello di Matteo Salvini
In occasione dell’appuntamento a Verona per l’Automotive Dealer Day, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha esposto il suo punto di vista sui dazi. La fiera ha permesso a tutti gli operatori l’opportunità unica di un confronto per lo sviluppo di nuove partnership strategiche per la gestione aziendale. Durante la visita, Salvini ha incontrato le associazioni di settore ANFIA, ANIASA, UNRAE, MOTUS-E e FEDERAUTO, prendendo parte all’evento “Le Associazioni dell’Automotive a confronto con il Governo sul futuro della mobilità in Italia”. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana ha ammesso le criticità del Green Deal per il settore automotive e ha espresso la volontà di procedere con la graduale eliminazione del superbollo.
“La proposta della Lega, e conto di tutto il governo – ha annunciato Matteo Salvini – è l’azzeramento, la cancellazione di multe e del Green deal. Chi compra deve poter scegliere: se solo il 4% degli italiani ha scelto l’auto elettrica è perché evidentemente c’è un problema economico. Abbiamo milioni di Euro 4 e Euro 5 in circolazione, lasciarli a casa e fare Ztl, punire automobilisti, artigiani e professionisti è una follia. Conto che questo 2025, anche grazie all’accelerazione imposta da Trump, faccia dire all’Europa fermiamoci perché altrimenti distruggiamo un intero settore“.
Il cambio di paradigma della filiera dell’automotive
L’introduzione di un dazio del 25% è una delle misure protezionistiche più estreme nella storia dell’automotive. In una fase già piuttosto critica per l’industria nostrana è un’aggravante importante. I marchi italiani, da sempre, hanno fatto faville negli Usa. In base a una analisi condotta da Bernstein Research, l’impatto sarà devastante: 110 miliardi di dollari all’anno di costi aggiuntivi, pari a circa 6.700 dollari in più per veicolo venduto. Se poi si andranno a sommare le tasse che l’Ue vuole autoimporre ai brand che più inquinano sul continente si rischia un tracollo generale.