Per i cittadini napoletani che possiedono delle vetuste auto non ci sono buone notizie. Scattano i blocchi ai motoveicoli e ciclomotori di categoria inferiore o uguale a Euro 2 e veicoli diesel di categoria inferiore o uguale a Euro 5, dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 18:30. Lo scopo delle misure è rispettare i parametri europei sulla qualità dell’aria. Per raggiungere l’obiettivo, sino al 31 marzo 2026, nel comune di Napoli non potranno circolare tantissime vecchie automobili e veicoli commerciali.
A stabilirlo è un’ordinanza del 24 novembre 2025 in attuazione del Piano regionale di Tutela della Qualità dell’Aria e delle direttive europee con la quale l’amministrazione comunale partenopea intende avere un impatto positivo sull’ambiente. Restrizioni dure che serviranno a rispettare dei parametri necessari in uno scenario sempre più preoccupante. L’aria del capoluogo campano è tossica da anni. Le limitazioni arrivano puntuali per sensibilizzare anche un popolo poco avvezzo al rispetto delle regole stradali.
Si accende il divieto
“La circolazione su tutto il territorio cittadino delle autovetture esclusivamente ad alimentazione diesel e dei veicoli commerciali ad alimentazione esclusivamente diesel di categorie N1, N2 e N3 inferiori o uguali a Euro 5 e dei motoveicoli e ciclomotori di categoria inferiore o uguale a Euro 2″. La nota del Comune specifica che tali misure risultano “necessarie per contrastare il costante superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2) e garantire il rispetto delle norme europee sulla qualità dell’aria”.
Tali limitazioni del traffico non riguardano la rete autostradale cittadina nei tratti ricadenti nel territorio del Comune di Napoli, ossia il raccordo A1 Napoli-Roma; il raccordo A3 Napoli-Salerno; la strada regionale ex SS 162 e il raccordo viale Fulco di Calabria. Nell’ordinanza vi sono delle deroghe per alcune categorie di veicoli, tra cui quelli per il trasporto di disabili, mezzi di emergenza, taxi, Forze dell’Ordine, trasporto pubblico, auto d’epoca, veicoli sanitari e di pubblica utilità.
Allarme inquinamento in Campania
I dati raccolti dall’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile di Kyoto Club e Clean Cities Campaign, in collaborazione con ISDE Italia (Associazione Medici per l’Ambiente), confermano che l’inquinamento atmosferico a Napoli è oramai un’emergenza sanitaria. In base a recenti studi svolti in 27 città italiane attraverso 58 stazioni di monitoraggio, è venuto fuori che a Napoli si trovano le due centrali con i dati peggiori per quanto riguarda il particolato PM10 e il biossido di azoto (NO₂): le stazioni di NA-Ospedale Pellegrini e NA-Ente Ferrovie, entrambe classificate come “stazioni di traffico”.
La stazione NA-Ospedale Pellegrini ha palesato una media annua di 40 μg/m³, valore pari al limite di legge ma doppio rispetto al nuovo limite europeo (20 μg/m³). Per il PM10 esiste già un limite giornaliero di 50 μg/m³ da non superare per più di 35 volte l’anno: al Pellegrini, dopo 10 mesi, i superamenti sono 56, il dato più alto tra tutte le 27 città monitorate. Con irritazioni delle vie respiratorie, peggioramento dell’asma, bronchiti croniche, crescita di infarti e ictus, e incremento della mortalità per cause cardiopolmonari. Napoli ha un bisogno disperato di migliorare la qualità dell’aria nei prossimi anni. Ogni microgrammo in meno di inquinante significa più anni di vita e meno malattie per i cittadini.