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Scatta blocco auto in Lombardia, stop ai veicoli più inquinanti

Oggi si accendono le misure antismog “di primo livello” a Milano e in buona parte della Lombardia: anche Bergamo, Cremona, Lodi, Monza e Pavia entrano nel mirino della Regione. La delibera 2634/2024 impone restrizioni durissime: i dati di ARPA Lombardia hanno certificato che per diversi giorni consecutivi la media giornaliera del PM10 ha superato il limite consentito e le condizioni meteo attuali favoriscono l’accumulo degli inquinanti anziché la dispersione.

Chi resta in garage? Le auto “vietate”

Nei Comuni con più di 30.000 abitanti — o in quelli che hanno aderito volontariamente — è scattato il divieto di circolazione per auto Euro 1 a benzina e Euro 4 diesel, persino se dotate di filtro antiparticolato o iscritte al servizio Move-In. La sanzione? 168 euro. Ma non è tutto: in caso di recidiva — due infrazioni uguali entro due anni — scatta, oltre alla multa, anche la sospensione della patente da 15 a 30 giorni, secondo l’articolo 7 del Codice della Strada.

Le restrizioni valgono dalle 7:30 alle 19:30 nei giorni interessati. Durante le misure antismog, il sistema MoVe‑In — che normalmente consente percorrenze limitate attraverso l’installazione di una scatola nera — non offre deroghe: anche chi ha aderito è soggetto alle stesse limitazioni.

Non solo traffico: riscaldamenti, biomassa, liquami

Il blocco non si ferma alle automobili. Le misure antismog impongono restrizioni severe anche alle attività legate al riscaldamento e all’agricoltura:

  • vietato l’uso di impianti a biomassa legnosa fino a 3 stelle comprese;
  • divieto totale di combustioni all’aperto (accensioni, bruciature, fuochi);
  • lo spandimento dei liquami zootecnici (salvo iniezione o interramento immediato) è proibito;
  • le temperature massime consentite negli edifici sono ridotte di 1 grado Celsius.

Le misure vengono attivate quando per almeno due giorni consecutivi si supera la soglia di 50 µg/m³ per il PM10. Se il superamento persiste per sette giorni, scatta il livello 2 con restrizioni ulteriori.

Controlli, violazioni, tensioni sociali

Non siamo agli arresti domiciliari, ma quasi. Le restrizioni impattano pesantemente su chi abita e lavora nelle aree coinvolte, soprattutto se possiede auto di categoria più vecchia. Le multe da 168 euro diventano uno spettro concreto: basta un’occhiata al cruscotto di modelli datati per temere l’infrazione.

E poi, il nodo dei controlli. Saranno capillari? Ci saranno verifiche reali sulle caldaie domestiche? Sull’uso di biomassa? Sull’agricoltura? Se chi guida un’auto Euro 4 può essere ostacolato, chi controlla chi brucia legna o usa stufe obsolete? Chissà.

Effetti sperati contro realtà quotidiana

Gli obiettivi dichiarati sono nobili: ridurre l’inquinamento, tutelare la salute pubblica, alleggerire la pressione sulle vie respiratorie. Ma le misure temporanee servono a poco se restano toppe su un vestito logoro. Le emissioni non nascono solo dalle auto, ma anche dalle caldaie, dai processi industriali, dal suolo agricolo, dalle polveri sottili che viaggiano da aree più inquinate.

E poi c’è la questione della coerenza: se la Regione impone che i veicoli Euro 4 restino a casa, ma non prevede incentivi consistenti per sostituirli o migliorarli, il cittadino resta in mezzo al guado. Se il contrasto allo smog diventa punizione per chi possiede mezzi usati, il rischio è che la misura si trasformi in vessazione sociale.

Lo slancio politico e i passi necessari

La delibera 2634/2024 è una risposta (forzata) alle pressioni europee: lo Stato italiano è già stato condannato per superamenti persistenti nei bacini padani. Regione Lombardia ha stanziato 54 milioni per trasporti, riscaldamenti e agricoltura, proprio per sostenere la riconversione.

Ma i numeri non bastano. Serve programmazione, infrastrutture, incentivi alle auto pulite, rinnovi delle reti termiche e politiche industriali coraggiose. Altrimenti, domani, le “misure temporanee” diventeranno un’abitudine, e chi respira peggio sarà chi non ha scelto né potuto fare diversamente. L’aria della Pianura Padana è tossica da anni. Le limitazioni arrivano puntuali ogni autunno, come fossero una recita stanca. Oggi si accende il divieto: speriamo che domani si accenda il cambio.

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