A Milano, in via dei Missaglia, zona sud della città, riposava una delle auto più rare mai costruite lungo la nostra penisola. Sotto i riflettori e tra le vetrate scintillanti, una concessionaria ospitava una Pagani Zonda Tricolore, dal valore di oltre 12 milioni di euro, prodotta in appena tre esemplari. Dal telaio in carbonio, il monumento alla meccanica emiliana monta un dodici cilindri AMG, che le permette di sfrecciare a oltre 300 km/h, ma probabilmente le ci vorrà un po’ prima di “riassaggiare l’asfalto”. Dietro quel design riconoscibilissimo si nascondeva, infatti, una storia torbida, sfociata in un sequestro giudiziario.
I passaggi di mano
La vettura era passata attraverso un contratto di leasing stipulato a Norimberga, affidata a un privato, e dopo un periodo regolare, i pagamenti si erano interrotti per sei mesi, innescando i primi sospetti. Da lì in avanti, nonostante risultasse ancora formalmente intestata alla società tedesca, la Zonda Tricolore era divenuta irreperibile.
Così, dopo mesi di silenzio e nessuna comunicazione da parte del locatario, la compagnia ha sporto denuncia per appropriazione indebita il 23 ottobre. Tracciando il numero di telaio e monitorando movimenti sospetti, uno dei tecnici addetto alla ricerca ha segnalato la presenza del veicolo in uno showroom meneghino.
Messe al corrente della scoperta, le autorità italiane hanno effettuato sopralluogo il 25 ottobre presso la concessionaria in questione. Le informazioni loro fornite si sono rivelate corrette: il bolide era perfettamente esposto, come se aspettasse solo l’arrivo di un facoltoso nuovo proprietario, ma lo storico dei passaggi era stato tutto fuorché lineare. Una volta acquisita la supercar, una società milanese l’aveva affidata alla concessionaria in via dei Missaglia per motivi ancora ignoti.
Dai nominativi dei soggetti alla documentazione che ha accompagnato il trasferimento, la Procura di Milano sta passando al setaccio ogni dettaglio dell’acquisto. A scopo precauzionale, gli agenti hanno già sequestro la vettura, in modo da impedire eventuali spostamenti e ricostruire le dinamiche nei minimi dettagli.
Non si tratta di normale amministrazione. Un pezzo unico come la Zonda Tricolore (solo la 730S è più rara) è destinata a collezionisti selezionati, spesso in diretto contatto con la Casa madre, perciò, la sua presenza sul mercato secondario, soprattutto in un contesto privo di transazioni chiare, suscita allarmismo.
Le indagini
Al momento Pagani ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali sui fatti saliti alle cronache; tuttavia, è evidente che l’increscioso episodio abbia delle ripercussioni sull’immagine del marchio di Horacio Pagani, da sempre basato su trasparenza, artigianalità e rapporto diretto con la clientela. Il fascicolo d’indagine attualmente aperto passa in rassegna varie ipotesi, dall’appropriazione indebita alla ricettazione, fino al potenziale falso documentale.
Al momento gli inquirenti stanno esaminando i documenti fiscali riguardanti la cessione della vettura, le comunicazioni tra le aziende coinvolte, la tracciabilità del pagamento e l’identità delle figure intermediarie. La Zonda trovata a Milano potrebbe costituire solo la punta dell’iceberg di un giro d’affari dove il confine tra possesso lecito e trasferimento fraudolento appare sfumato, a maggior ragione perché le operazioni corrono tra Paesi diversi. Almeno in questo caso, la velocità cede il passo alla giustizia.
