Entro giugno Stellantis dovrà sciogliere il nodo più delicato del momento: il successore di Carlos Tavares alla guida del gruppo. I tempi stringono, e la pressione sale per trovare un nome capace di tenere insieme 14 marchi, piani di elettrificazione, tagli, crisi del mercato e tensioni sindacali. Non esattamente un incarico “da tutti”.
Come spesso accade in questi casi, le voci si rincorrono, i pronostici cambiano ogni settimana e le certezze sono pochissime. Il cosiddetto “toto-nomine” si è acceso da un paio di mesi, e la rosa dei candidati si è via via ristretta.
Sfida a due
A metà aprile i nomi sul tavolo erano ancora cinque. Ma già verso fine mese la situazione si era chiarita: la sfida, stando alle indiscrezioni, sarebbe ormai tra Antonio Filosa e Maxime Picat. Entrambi uomini di casa, entrambi figure forti del top management Stellantis. Ma secondo Bloomberg, che ha pubblicato un aggiornamento nelle scorse ore, il favorito numero uno al momento sarebbe proprio Filosa.
Napoli, classe ‘70, una lunga carriera in Fiat iniziata nel ‘99, Filosa è uno di quei manager che ha fatto l’intera trafila: dagli anni delle fusioni fino alla recente nomina, nell’ottobre scorso, a Chief Operating Officer per il Nord America. Una poltrona pesante, quella lasciata da Mark Stewart nel pieno del riassetto dirigenziale. Da lì in poi, il suo nome ha iniziato a circolare con sempre maggiore insistenza.
Tensione reale
Ovviamente, dal quartier generale di Stellantis nessun commento netto. La linea ufficiale è la stessa: “Nessuna decisione è stata ancora presa”, e “la tempistica resta invariata”. Anche Filosa, da parte sua, si è astenuto dal rilasciare dichiarazioni. Scelta prevedibile, vista la delicatezza della fase. Il silenzio alimenta l’attenzione.
In tutto ciò, il ruolo di John Elkann, presidente del consiglio d’amministrazione, è centrale. Toccherà a lui guidare la scelta definitiva, insieme al board. E sebbene i riflettori siano puntati su Filosa, non è affatto detto che alla fine sia davvero lui il nome scelto. Troppe variabili, troppi equilibri interni ed esterni da considerare.
Una poltrona che scotta
Quello che è certo è che la poltrona di CEO non può rimanere vuota troppo a lungo. Tavares ha lasciato un’eredità complessa. Il gruppo sta affrontando una fase delicata su più fronti: la transizione elettrica è ancora lontana dall’essere digerita, i conti vanno tenuti in ordine e le tensioni nei principali mercati — a partire da quello americano — si fanno sentire. Chiunque verrà nominato, erediterà una sfida piena di incognite da governare. E il tempo per decidere stringe: giugno è dietro l’angolo, e ogni giorno in più senza guida rallenta le scelte strategiche.
Filtra attesa, ma anche una certa ansia tra gli addetti ai lavori. Perché la scelta segnerà una presa di posizione su cosa deve essere il gruppo nei prossimi anni. Antonio Filosa, oggi, sembra avere il pedigree adatto: esperienza interna, visione strategica, capacità di mediazione. Ma in partite come questa, l’ultima parola arriva solo quando tutto è già stato deciso dietro le quinte. Per ora, possiamo giusto osservare. E aspettare che Stellantis sveli finalmente le sue carte.