Dal primo ottobre 2025 i diesel Euro 5 potranno ancora circolare in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La stretta slitta di un anno grazie a un emendamento inserito nella legge di conversione del decreto Infrastrutture. I piani cambiano, ma la domanda resta: quale sarà l’effetto su aria, famiglie e imprese? Il blocco rientra in una strategia volta a evitare sanzioni dall’Unione Europea, dettata dalle particolari condizioni della Pianura Padana, una delle zone più inquinate del continente, con sforamenti frequenti dei limiti sulle polveri sottili.
I governi regionali avevano fissato restrizioni alla circolazione per rispondere alla procedura d’infrazione avviata da Bruxelles. Ancora oggi sulle strade si contano centinaia di migliaia di veicoli Euro 5, spesso indispensabili per spostamenti di famiglie e lavoratori, e con regole troppo morbide le penalizzazioni diventano un’ipotesi concreta. Il provvedimento avrebbe colpito i centri urbani sopra i 30.000 abitanti, puntando a tagliare drasticamente le emissioni in un’area già sotto osservazione da anni.
La nuova scadenza
L’emendamento, presentato da Riccardo Molinari, sposta in avanti la scadenza di dodici mesi, con il nuovo termine fissato al primo ottobre 2026 invece del 2025. Questo margine aggiuntivo permette alle Regioni di rivedere i programmi per la qualità dell’aria senza obblighi immediati di fermare i veicoli diesel Euro 5. Cambia anche la soglia dei Comuni interessati: lo stop riguarderà solo i centri urbani con più di 100.000 abitanti, al posto dei 30.000 fissati in precedenza, alleggerendo qui l’impatto su piccole e medie località. Anche se gli enti potranno anticipare i divieti, aggiornando i piani regionali, la linea politica intrapresa promuove una maggiore flessibilità e un dialogo aperto con l’Ue.
Trascorso il nuovo termine, le Regioni potranno scegliere strade diverse per tagliare le emissioni senza fermare subito i diesel Euro 5. Nei piani di qualità dell’aria si potranno inserire azioni alternative capaci di bilanciare gli obiettivi europei come bonus per la rottamazione di veicoli ormai vecchi, il rafforzamento del trasporto pubblico, la creazione di nuove aree a traffico limitato. Il singolo ente locale valuterà la strategia più adatta per rispettare i limiti fissati dalle istituzioni comunitarie, in maniera da ridurre le polveri sottili, avendo riguardo a non colpire troppo famiglie, lavoratori e ditte che vivono di spostamenti quotidiani.
La posizione della Lega
Secondo il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini “è una scelta di buonsenso”. Il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, rivendica l’emendamento come segnale di rottura con Bruxelles: “Dare un freno alle follie di Bruxelles sull’Euro 5 è e sarà sempre un obiettivo della Lega. In questa direzione va il nostro emendamento approvato al Dl Infrastrutture: salviamo dal blocco per la circolazione dei veicoli diesel Euro 5 il Piemonte e le regioni della Pianura Padana”. Per la deputata Elena Maccanti “abbiamo così evitato una misura profondamente iniqua, figlia delle folli direttive europee sul clima, che avrebbe messo in ginocchio famiglie, lavoratori e imprese”.
Nonostante il dietrofront, rimane il fatto che aria pulita e mobilità rappresentano due esigenze difficili da conciliare, specie in una zona tra le più inquinate del Vecchio Continente. Alle Regioni il compito di trovare un equilibrio reale.