Il programma di elettrificazione voluto dall’Ue sta procedendo con un ritmo più lento del previsto e c’è ancora tanta incertezza in merito a quelle che saranno le decisioni su quanto accadrà nel 2035. Tra dieci anni, infatti, in Ue ci dovrebbe essere lo stop alla vendita di auto diesel e benzina ma un cambio di strategia in corso d’opera è sempre più probabile.
Nel frattempo, però, la Commissione europea ha rimandato la presentazione del nuovo dossier e, quindi, la decisione sul futuro dell’automotive. I fattori alla base di questa scelta sono diversi. Oltre a un programma di elettrificazione più lento del previsto, infatti, ci sono diversi altri elementi che contribuiscono a rendere il quadro normativo molto complesso.
Tutto rimandato a gennaio 2026?
Come confermato da Apostolos Tzitzikostas, commissario ai Trasporti dell’Ue, nel corso di un’intervista al magazine Handelsblatt, la data del 10 dicembre non sarà rispettata. Entro la prossima settimana, infatti, la Commissione avrebbe dovuto presentare il nuovo pacchetto di misure sul futuro dell’automotive, prendendo una decisione in merito allo stop alla vendita di benzina e diesel. Si tratta, quindi, di un ennesimo rinvio da parte dell’Ue che continua a non prendere una decisione definitiva sullo stop ai motori termici. Secondo Tzitzikostas, serviranno “alcune settimane” per definire il dossier e, a questo punto, è molto probabile che tutto venga rimandato al 2026.
Deroghe in arrivo?
Il Commissario ha chiarito che l’obiettivo è quello di definire un impianto di regole che sia “aperto a tutte le tecnologie” e, quindi, potenzialmente, anche ai biocarburanti, una soluzione sostenuta anche dal Governo italiano come sistema per contenere le emissioni. Non è da escludere una deroga per le ibride plug-in che potrebbero continuare a essere commercializzate dopo lo stop del 2035 che, quindi, potrebbe coinvolgere le auto con motore termico, comprese le elettrificate senza sistema plug-in. La situazione andrà monitorata con grande attenzione e, inevitabilmente, anche le Case produttrici sono alla finestra. I prossimi piani industriali di Stellantis, Volkswagen e degli altri colossi dell’industria automotive europea dipenderanno dalle regole che saranno stabilite dall’Ue, anche in relazione all’andamento dell’elettrificazione del mercato.
Le posizioni sulla questione
Da tempo è evidente che il programma di elettrificazione non viene considerato nello stesso modo da tutti gli Stati membri. Italia e Germania, ad esempio, hanno più volte richiesto una maggiore flessibilità all’Ue e, quindi, un’apertura alle tecnologie alternative. Da segnalare, invece, che Francia e Spagna si sono dimostrate più decise sullo stop alle auto termiche, supportato anche da altri Paesi del Nord Europa. Secondo ACEA, invece, è necessario considerare che gli obiettivi fissati dall’Ue non sono realistici anche se, come sottolineato dalla direttrice Sigrid de Vries, l’elettrificazione “guiderà la mobilità del futuro“.
Ancora poche elettriche
Il mercato Ue sta facendo registrare ottimi risultati per le auto elettriche. Nel corso del 2025, infatti, sono state immatricolate circa 1,47 milioni di unità di elettriche con un incremento del 25,7% rispetto all’anno precedente (i dati sono aggiornati al mese di ottobre 2025) e con una quota di mercato pari a circa il 16%. Anche le ibride plug-in crescono, con 819 mila immatricolazioni e una crescita del 32,4% rispetto allo scorso anno. La quota di mercato, dopo i primi dieci mesi dell’anno, è del 9,1%. Non tutti i Paesi riescono a raggiungere questi numeri. Un esempio è l’Italia dove, nonostante un recente boom delle elettriche, i modelli a zero emissioni hanno una quota di mercato pari a poco più del 5%. Il nostro Paese, quindi, è ben al di sotto della media Ue e difficilmente sarà in grado di ricucire le distanze in breve tempo.