Mobilità smart

Smart Fortwo rinasce elettrica con la firma Newtron

Rigenerare invece di rottamare, allungare la vita tecnica dei veicoli invece di acquistarne di nuovi, oppure trasformare ciò che esiste con una meccanica moderna e più in linea con le proprie esigenze. Questa è la linea di pensiero di Newtron, realtà italiana nata in Sicilia e cresciuta con un’idea semplice ma radicale: fare della riqualificazione elettrica una via industriale e non un hobby da garage. Dietro le scelte tecniche si intravede una visione dichiarata: “l’industria diffusa”, un modello in cui la rete di artigiani qualificati rientra nella catena del valore della trasformazione elettrica, unendo competenze del territorio e piattaforme tecnologiche proprietarie.

Al centro del progetto c’è il fondatore, Nicola Venuto, che ha costruito l’azienda intorno a un’intuizione maturata anni fa: trasformare l’idea di retrofit in piattaforma tecnica replicabile. Tra viaggi che hanno acceso la scintilla, primi prototipi e un progressivo consolidamento, si è arrivati a una struttura capace di parlare sia il linguaggio dell’ingegneria sia quello del mercato. Venuto nella sua idea, fa percepire perché Newtron faccia del metodo la sua cifra: meno slogan, più standard e procedure.

Non si tratta solo di officine brillanti e buone intenzioni, Newtron è accreditata come costruttore di sistemi di retrofitting elettrico, un passaggio che rende scalabile il lavoro sulle vetture e apre dialoghi più strutturati con enti e flotte. Un tassello importante che si inserisce in un quadro normativo in cui l’Italia è stata tra i primi Paesi europei a regolamentare il retrofit elettrico, creando le condizioni per portare a catalogo ciò che prima viveva ai margini. Questa cornice spiega perché la proposta non rimanga confinata a prototipi o dimostrazioni, ma punti a diventare prassi industriale.

Smart Fortwo “powered by Newtron”: l’icona che riparte

La scelta di lavorare sulla Smart Fortwo non è casuale: citycar simbolo, telaio ben conosciuto, dimensioni a misura di conversione e un patrimonio affettivo che in molte città non si è mai spento. Nel progetto “powered by Newtron” l’auto termica viene rigenerata in full electric e rilanciata in tre declinazioni che presidiano fasi di guida diverse: L6 per la mobilità “leggera” in quanto guidabile fin dai 14 anni, L7 con parametri più corposi e guidabile dai 16 anni, e M1 pensata per la circolazione “da grandi” pur restando compatta, guidabile dai 18 anni in su. L’idea è accompagnare età e bisogni differenti, offrendo un prodotto coerente con l’ambiente urbano e con la logica “usa e rigenera” tipica dell’economia circolare.

lL Smart Fortwo elettrica è fatta in Italia

Ufficio Stampa Newtron

La versione elettrica della Smart Fortwo è tutta Made in Italy

Nel dettaglio delle schede tecniche, la versione L6 nasce come quadriciclo leggero, con potenza di trazione contenuta, velocità limitata e un pacco batteria che privilegia regolarità e autonomia cittadina. La L7, quadriciclo “pesante”, porta il livello prestazionale un gradino più in alto, sempre ragionando su percorrenze e ricariche compatibili con l’uso metropolitano. La M1, omologazione da autovettura, si spinge su velocità più elevate e settaggi che aprono al quotidiano extraurbano breve, restando nel perimetro di un mezzo compatto e maneggevole. Il filo rosso rimane il formato Smart, tradotto in elettrico con componenti e cablaggi pensati per l’integrazione pulita.

Guardando ai dati, la L6 è impostata per una guida rilassata e lineare, con velocità massima tipica di questa categoria e autonomia adeguata al tragitto medio urbano; la L7 alza l’asticella mantenendo dimensioni identiche, mentre la M1 consente spunti più briosi e margini autostradali limitati ma possibili, in coerenza con la natura del mezzo. Rimangono costanti elementi pratici come la presa Mennekes di tipo 2, un caricatore di bordo pensato per la quotidianità, e un corredo di dotazioni “digital” che comprende infotainment con connettività smartphone, retrocamera e i classici sistemi di assistenza attiva alla stabilità. Sono ingredienti che definiscono l’esperienza di bordo più della corsa alla pura potenza.

Prezzi e logica d’accesso: retrofit o veicolo già rigenerato

La proposta economica si muove su due binari: chi possiede una Smart termica può optare per l’intervento di conversione elettrica, in alternativa, esistono vetture già rigenerate pronte all’uso. È una dualità interessante perché abbassa la soglia d’ingresso alla trazione elettrica senza imporre l’acquisto di un’auto nuova, e valorizza capitali tecnici già “in casa”. La forbice di prezzo associata al retrofit e quella di partenza per i mezzi completi risultano in linea con quanto raccontato dai principali media automotive che hanno seguito il lancio della Fortwo elettrica by Newtron. In sintesi, si entra in un mondo elettrico che non passa necessariamente dal concessionario tradizionale.

Smart Fortwo Powered by Newtron: quanto costa

Ufficio Stampa Newtron

I prezzi per la versione elettrica della Smart Fortwo di Newtron partono da 21.490 euro

 

La manutenzione dei pacchi batteria, i cicli di rigenerazione, l’origine dei componenti e le metriche d’uso reali potrebbero vivere in registri distribuiti a prova di manomissione, utili per segnare il valore residuo di un veicolo convertito nel tempo. Un libretto digitale condiviso lungo la filiera, che segua ogni Smart rinata e i suoi principali “interventi”, faciliterebbe assicurazioni, rivendita e accesso al credito. In modo simile, la remunerazione della ricarica nei punti di comunità o i crediti ambientali locali potrebbero evitare extra-costi. Andando sui costi veri e propri l’intervento di retrofit elettrico parte da 11.500 euro, mentre una Smart Fortwo powered by Newtron ha un prezzo di partenza di 21.490 euro.

Uno dei passaggi più discussi riguarda la guida da età molto giovane per le versioni leggere: un’opportunità che sposta l’attenzione su educazione stradale, taratura dei limiti, visibilità e dotazioni di sicurezza. Qui la Smart rigenerata gioca la carta del layout noto e dei sistemi attivi di base, oltre al vantaggio di una trazione elettrica più progressiva e prevedibile rispetto al termico di pari fascia. La transizione non vive solo di bonus, in quanto prolungare la vita di un telaio, rinnovare il powertrain, evitare nuove presse e nuove verniciature ha un impatto diretto su emissioni incorporate e consumo di materie prime. Per chi fa numeri, la metrica ambientale sta nell’LCA e nel bilancio di CO₂ “embedded”; per chi guarda ai fatti, sta in un’auto che continua a lavorare nel suo habitat naturale, la città, senza rumore di fondo e con ricariche domestiche a basso impatto. Newtron inserisce questo ragionamento in un catalogo di interventi su più classi di veicoli, dai mezzi commerciali a quelli industriali, dimostrando che la filosofia è replicabile oltre la citycar.

Una Smart che non invecchia e il made in Italy come garanzia di processo

La promessa del “tutto progettato e prodotto in Italia” vale come disciplina oltre che come marketing. Significa poter iterare su cablaggi, staffe, BMS e firmware con cicli di feedback corti, e curare la documentazione per l’omologazione in modo coerente con i requisiti locali. In questa ottica, il presidio della supply chain e la relazione con gli enti regolatori si trasformano in un vantaggio competitivo, soprattutto quando l’oggetto del lavoro è un’auto che nasceva termica e che viene ripensata elettrica senza snaturarne la funzione urbana.

Rigenerare non significa ringiovanire all’istante, ma dare continuità a una presenza urbana riconoscibile. Gli interni vengono aggiornati dove serve, le dotazioni digitali portano a bordo app e servizi attesi, il gruppo propulsore cambia radicalmente abitudini di guida. Il risultato è un’auto che continua a occupare il suo posto con più gentilezza acustica e con meno emissioni locali, mantenendo però quell’impronta “da oggetto utile” che l’ha resa un classico delle città italiane. In questo senso, ogni esemplare convertito diventa una storia che continua.

Guardando oltre, il punto non è solo quante auto si convertiranno, ma come verranno gestite nel tempo. Standard aperti per i dati diagnostici, interfacce chiare per le comunità energetiche, accordi con parcheggi e amministrazioni per facilitare le ricariche lente: sono capitoli che renderanno la rigenerazione un pezzo stabile del mosaico urbano. Qui la collaborazione tra industrie, artigiani, PA e mondo digitale può fare la differenza, soprattutto se si vorranno sperimentare modelli di condivisione supportati da registri distribuiti e micro-tariffe trasparenti.

Il perimetro non si esaurisce con le citycar, che sono tra le auto più vendute in Italia, la stessa logica si estende a veicoli commerciali leggeri, mezzi dedicati ai servizi urbani e applicazioni speciali dove coppia in basso, semplicità meccanica e ricarica programmabile sono punti di forza naturali. Qui il retrofit incontra i cicli di vita più lunghi dei mezzi da lavoro e l’esigenza delle amministrazioni di ridurre emissioni e rumore senza rifare le flotte da zero. È un incrocio concreto tra sostenibilità e contabilità, dove il ritorno non passa solo dalla pompa ma anche dalla manutenzione.

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