La copertura delle auto parcheggiate all’aperto con un telo protettivo è comune per proteggere la carrozzeria da sole, grandine, polvere o resina degli alberi. Quest’azione può però trasformarsi in una violazione del Codice della Strada quando il telo impedisce la visibilità della targa o dei contrassegni obbligatori. La targa deve essere infatti sempre leggibile e visibile da qualunque posizione, anche quando la macchina è ferma e in sosta. Non è sufficiente che il veicolo non circoli: la sosta su suolo pubblico fa parte della circolazione stradale ai sensi dell’articolo 3 del Codice della Strada, che comprende nella definizione di circolazione anche la fermata o lo stazionamento.
Il principio normativo dell’auto coperta con telo
La normativa di riferimento è l’articolo 100 del Codice della Strada, che disciplina le targhe dei veicoli. Questo articolo stabilisce che “i veicoli a motore in circolazione devono essere provvisti di targa” e che la targa deve essere “chiaramente e integralmente leggibile”. A completare il quadro interviene l’articolo 102, che vieta di alterare, oscurare o rendere illeggibili le targhe per qualsiasi motivo.
In termini concreti significa che anche una copertura accidentale o temporanea, come quella di un telo protettivo, può costituire violazione. Le forze dell’ordine applicano infatti il principio della continuità di identificazione. Un’auto su strada deve poter essere identificata in qualsiasi momento e non solo durante la marcia. La leggibilità della targa è considerata condizione di base per la sicurezza pubblica e per la tracciabilità del veicolo in caso di sinistri, furti o infrazioni.
Le sanzioni previste e i controlli
L’occultamento anche parziale della targa fa scattare una sanzione amministrativa tra 42 e 173 euro ai sensi dell’articolo 102 del Codice, che può arrivare fino a 328 euro se l’occultamento è totale o se la targa risulta completamente irriconoscibile. Nei casi più gravi, quando l’occultamento è considerato intenzionale, è previsto anche il ritiro della carta di circolazione per verificare la regolarità della targa e del veicolo.
La polizia locale dei grandi centri urbani ha più volte chiarito che i controlli si concentrano non tanto sull’uso del telo in sé, quanto sulla visibilità effettiva della targa. Se il telo presenta una finestra trasparente o un’apertura che lascia scoperte le targhe, non c’è infrazione. Al contrario, se la copertura le oscura completamente, anche senza dolo, la sanzione è legittima. In questo contesto, una delle domande più frequenti riguarda la differenza tra veicolo in sosta e veicolo in circolazione. In base all’articolo 157 del Codice della Strada, la sosta su suolo pubblico è considerata a tutti gli effetti una forma di circolazione statica. Le regole che si applicano durante la marcia restano quindi valide anche quando l’auto è ferma.
In altre parole, un’auto parcheggiata con un telo che copre la targa viola la legge come se stesse circolando con una targa illeggibile. Questo principio è stato ribadito anche in alcune sentenze dei giudici di pace, secondo cui la sosta non sospende l’obbligo di identificazione immediata del veicolo. Un’auto lasciata in strada deve poter essere riconosciuta da qualunque cittadino o autorità che ne osservi la targa.
Dove il telo è consentito
Ci sono situazioni in cui la copertura integrale del veicolo è considerata legittima dalla normativa in vigore. Se l’auto si trova in area privata chiusa, come un cortile condominiale non accessibile al pubblico o un garage, il Codice della Strada non ha alcuna giurisdizione diretta. In questo contesto, il veicolo non è considerato in circolazione e quindi la targa può essere coperta senza rischi. La distinzione non è il tipo di telo, ma la natura del luogo in cui l’auto è parcheggiata. Su suolo pubblico, anche temporaneamente, valgono le regole del Codice della Strada. In area privata prevale la libertà d’uso del bene da parte del proprietario.
Oltre alle targhe, il telo non può nascondere titoli di sosta e autorizzazioni che devono essere esposti sul parabrezza. Si tratta di documenti come il contrassegno per disabili, il ticket del parcheggio a pagamento, il disco orario o i permessi per circolare nelle zone a traffico limitato. Se la copertura rende impossibile la verifica di questi elementi, l’auto può essere sanzionata per sosta irregolare o mancanza del titolo autorizzativo esposto. Ecco allora che molti produttori offrono teli con finestre trasparenti o sezioni apribili in corrispondenza del parabrezza. Alcuni modelli presentano un pannello removibile che consente di mostrare i documenti senza scoprire completamente l’auto.
Il telo come elemento di sicurezza passiva
La ragione per cui molti automobilisti scelgono il telo è difensiva. Il sole, la grandine, la polvere e le esalazioni urbane danneggiano la vernice e accelerano l’usura. I copriauto moderni sono realizzati con materiali traspiranti e idrorepellenti, dotati di sistemi antigraffio e cuciture elastiche per adattarsi alle forme della carrozzeria. Anche il miglior telo diventa però una fonte di problemi se impedisce l’identificazione legale del veicolo.
Il consiglio più pratico è utilizzare coperture parziali che proteggano le zone più esposte come il tetto, il parabrezza e il cofano e lasciare libere le targhe e la zona anteriore. In questo modo si conciliano le esigenze di protezione con quelle di trasparenza normativa senza equivoci con le forze dell’ordine. Un aspetto spesso trascurato riguarda l’uso del telo come mezzo per occultare veicoli abbandonati o non assicurati. Alcuni proprietari coprono l’auto non tanto per proteggerla, quanto per nascondere una targa scaduta, un bollo non pagato o un veicolo non revisionato. In questi casi il telo viene considerato un espediente elusivo e può dare luogo a controlli o sanzioni accessorie.
Le autorità possono rimuovere il telo per verificare lo stato del veicolo e, se emergono irregolarità, procedere con il sequestro amministrativo. La legge insiste sulla trasparenza: un’auto che resta visibile nei suoi elementi identificativi non desta sospetti, mentre un mezzo completamente coperto in strada, soprattutto per lunghi periodi, può essere considerato una potenziale violazione amministrativa o fiscale.
Cosa succede in caso di sinistro o vandalismo
Un aspetto interessante riguarda il rapporto tra uso del telo e copertura assicurativa. In caso di danni provocati da terzi come vandalismi o urti in sosta alcune compagnie possono rifiutare l’indennizzo se l’auto era impossibile da identificare a causa della copertura integrale. Non si tratta di un’esclusione prevista in tutte le polizze, ma di una clausola interpretativa legata al principio di riconoscibilità del bene assicurato.
Per questo motivo, anche sul piano assicurativo, è preferibile mantenere sempre visibili le targhe e gli elementi distintivi del veicolo. In caso di furto o di atti vandalici, la targa è il primo riferimento utilizzato per le indagini.