Un foglietto bianco, ben piegato sotto il tergicristallo, con un timbro ufficiale e un QR code pronto all’uso. A prima vista, sembra il solito verbale per sosta vietata: un fastidio da pagare in fretta. Ma questa volta non è la Municipale a chiedere il conto. È una truffa, organizzata nei dettagli per sembrare tutto tranne che tale.
A Firenze, in particolare nel quartiere di Campo di Marte, è in corso un’ondata di falsi verbali lasciati sulle auto in sosta, soprattutto nelle ore notturne. Una trappola sottile quanto efficace: il documento riporta l’intestazione apocrifa della Polizia Municipale e un codice QR che rimanda a un sistema di pagamento via PayPal. Tutto pensato per indurre il cittadino a pagare rapidamente, senza porre troppe domande.
Una situazione in crescita
La prima segnalazione è arrivata nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Poi altre, a seguire, tutte nella stessa area urbana. I fogli, se osservati con attenzione, non reggono alla verifica. Eppure, a colpo d’occhio appaiono autentici. L’intestazione, pur simile, non coincide con quella ufficiale: manca il giglio di Firenze, simbolo istituzionale, e la dicitura corretta — “Corpo di Polizia Municipale Comune di Firenze” — è stata sostituita da una formula più generica e fuorviante.
Un altro dettaglio tradisce la contraffazione: il carattere tipografico, troppo grande, diverso nei formati e nelle proporzioni rispetto ai verbali originali. Ma chi, tra fretta e distrazione, si sofferma a confrontare i font? Chi verifica un QR code prima di usarlo?
Secondo quanto riferito da Palazzo Vecchio, si tratta di “un’attività fraudolenta finalizzata all’estorsione di denaro in maniera illecita”, che ha già indotto più di una persona a effettuare il pagamento. Il canale PayPal è attivo e consente transazioni immediate: basta inquadrare, cliccare, e il denaro cambia mano senza alcun ritorno. Il danno, per chi paga, è duplice: si perde il denaro e si resta comunque esposti a sanzioni reali, in caso di infrazione effettiva.
Le indagini delle autorità
Le autorità stanno indagando. Ma la truffa solleva una questione più ampia: la vulnerabilità del cittadino, immerso in una burocrazia che conosce poco e che spesso subisce in modo passivo. In un sistema dove l’eccesso di modulistica e la complessità delle procedure penalizzano la trasparenza, anche una truffa banale può diventare credibile.
C’è poi un secondo paradosso: il ricorso a strumenti digitali ufficiali — come il QR code — che, sebbene pensati per semplificare la vita, possono essere piegati con facilità a usi illeciti. La truffa sfrutta proprio questa fiducia diffusa nell’automatismo del digitale, nell’immediatezza delle app, nel pagamento “smart”. Un meccanismo dove velocità batte attenzione, e dove l’atto di pagare diventa riflesso, non decisione.
Il monito comunale
Il Comune, nel frattempo, ha avviato una campagna informativa per mettere in guardia i residenti. Si raccomanda di non effettuare alcun pagamento tramite QR code, di verificare sempre la presenza dei simboli ufficiali, e di rivolgersi alla Polizia Municipale in caso di dubbio. Il consiglio più semplice resta il più antico: guardare bene. Perché anche una sanzione, se vera, lascia tracce chiare e verificabili. La truffa, invece, gioca tutto sulla rapidità del gesto e sull’inerzia della routine. Firenze si scopre vulnerabile anche lì dove sembrava più ordinata.